Olimpia Milano, il reale rischio di un calendario impossibile

In attesa del referto ai tamponi sostenuti ieri da Olimpia Milano, analizziamo quello che sarà il futuro biancorosso, anche di calendario

In attesa del referto ai tamponi sostenuti ieri da Olimpia Milano, analizziamo quello che sarà il futuro biancorosso in uno scenario politico-sportivo tutt’altro che rassicurante. Olimpia Milano Calendario, e non solo.

EuroLeague-Fiba, il gelo anche dopo la lettera di Messina

Poche ore fa vi abbiamo proposto un articolo di primissimo piano firmato da Dimitris Karydas, giornalista di Novasport, molto vicino ad ambienti EuroLeague come ad ambienti FIBA.

Senza entrare nel merito e nella ragionevolezza delle posizioni degli attori chiamati in causa, è indubbia la bassa temperatura di reazione alla lettera vergata da Ettore Messina la scorsa settimana.

EuroLeague ha immediatamente precisato di non voler mettere mano a calendario e format della competizione. Uleb, dal profilo twitter del presidente Tomas Van Den Spiegel, si è limitata a prendere atto dell’irrigidimento di Bertomeu. La FIBA è rimasta sostanzialmente in silenzio.

All’ombra delle tre potenze (sempre che Uleb, ancora, lo sia), in Italia la temperatura si è al contrario alzata bruscamente, con il medesimo risultato di rendere inattuabile la semina.

«Per tutti questi motivi, e con grande umiltà, da appassionato tifoso del gioco, vorrei chiedere ai nostri dirigenti di prendersi un minuto, mettere da parte le diverse opinioni che li hanno separati nel recente passato e, per il bene del basket e i suoi tifosi, di sedersi a un tavolo per non lasciarlo sino al raggiungimento di una soluzione comune».

Senza entrare nel minato campo delle “ragioni” e delle “opportunità”, possiamo constatare come queste prime righe del Messina-pensiero non siano state né nominate, né raccolte. L’ipotesi successiva è diventata primaria, scartato l’assunto fondamentale e originario.

E questo non è certamente spia di una risoluzione comoda e serena dell’attuale complessità del calendario internazionale.

Cosa attende l’Olimpia Milano Calendario

Non spingiamoci in previsioni azzardate, restiamo al dato di fatto, che sono poi le sensazioni dei protagonisti stessi. L’Olimpia Milano ieri non è partita per San Pietroburgo, e non partirà domani per Mosca. Ad oggi, in attesa delle certezze che possono arrivare solo dai referti, anche il derby con Cantù pare irraggiungibile. 

La squadra di Ettore Messina ha tre potenziali recuperi di EuroLeague (c’è anche la sfida con l’Alba dell’1 dicembre) e uno di LBA da inserire in un calendario che, da qui al 9 aprile (data di conclusione della stagione regolare di Eurolega), prevede altre 17 gare di LBA e 26 di EL.

46 match in 141 giorni, una sfida ogni tre, 6 doppi turni che al momento diverrebbero 9 per inserire Zenit, Alba e Khimki, con Cantù da recuperarsi prima della chiusura del girone di andata credibilmente, quindi entro il 15 gennaio. 

Impossibile? No, ma in caso di un altro, un altro solo rinvio, si scenderebbe sotto la media di una gara ogni tre giorni. Ed allora qualche dubbio potrebbe anche venire. 

30 thoughts on “Olimpia Milano, il reale rischio di un calendario impossibile

  1. E il merito sportivo, che fine farà?

    Come arriva a fine stagione una squadra che per un periodo molto lungo, 141 giorni, quasi quattro mesi, gioca ogni tre giorni e intanto viaggia come una trottola per l’Italia e per l’Europa?
    Come compara, da un punto di vista sportivo, una squadra del genere contro una che magari ha finito i suoi turni molto prima, e gioca due volte alla settimana da un mese ormai?
    Se lo 0-20 per covid19 è sembrato ledere il merito sportivo, i doppi turni soffocanti non lo fanno altrettanto?

    E gli infortuni agli atleti che per quasi quattro mesi giocano ogni tre giorni e intanto viaggiano per tutta Italia e tutta Europa?
    È più probabile che ci siano, o che non ci siano?

    È più probabile che le partite in Europa siano tirate allo spasimo, quindi tremendamente impegnative per corpo e mente, o che siano agevoli scampagnate che permettono di tirare il fiato?
    E se fossero così tirate, come è molto più probabile che siano, di quanto aumenta la possibilità d’infortuni?

    E gli infortuni da stress di impegni troppo ricorrenti e troppo a lungo, sono da considerare fatalità più o meno del covid19, che impedisce alle squadre di entrare in campo con formazioni decenti?
    No, perché io direi che a quei ritmi folli, e poco interessanti, la probabilità d’infortunio è vicina al 90%
    (l’NBA per me non fa paragone in questo caso, che troppe delle loro partite in stagione sono cuscinetti).

    E quanto poco saranno interessanti le partite tra due squadre col collo tirato da settimane, che giocano la terza partita in nove giorni, volando magari dalla Spagna ai lontani boschi della Russia profonda? E ritorno.

    Insomma anche tirando il collo alle squadre, il merito sportivo andrebbe definitivamente perduto.
    Mi aspetto quindi, da tifoso, che come la regola assurda dello 0-20 è stata corretta in corsa, così sia corretta in corsa la data di scadenza della stagione regolare.
    Sono anch’io per proseguire la stagione, per non smettere di giocare fino alla forza maggiore, ovvero fino a quando non ci saranno più squadre con giocatori disponibili a entrare in campo, se mai arriveremo a questo, e spero di no.
    Non smettere di giocare e tenere la scena quanto possibile, ma l’unico modo per farlo è decidere che i nostri campionati sono importanti, e prendere tutto il tempo necessario a svolgerli, prolungando le scadenze.
    Diciamo che una squadra non dovrebbe fare più di due doppi turni al mese, e mai per due mesi di seguito…
    Per il merito sportivo che finora tutti dimostrano di volere onorare e rispettare.

  2. Ma dai suvvia Palmasco il merito sportivo in questa situazione non interessa a nessuno : è l’ultimo dei problemi.

  3. Palmasco (non offenderti) mi ricorda Nerone che suonava la lira…

    PS. Merito sportivo e EL sono concetti che non vanno in comune, a prescindere dal virus.

  4. Iellini hai ragione. Il merito sportivo e l’equita’ sportiva sono l’ultima cosa. La cosa importante è dare un segnale di continuità con le restrizioni del caso. Per me la regola del 20-0 non era così assurda. Forse meglio 2-0. Noi avremmo vinto 2 partite e ora perse 2. Tutto sommato ci sarebbe stato alla fine un equilibrio. Magari, la butto lì, si potrebbe dare un solo punto al vincitore così da mitigare nel caso una squadra avesse ottenuto solo vittorie a tavolino e non sconfitte.

  5. Diciamo che in un mondo ideale sarebbe corretto modificare i campionati perché il merito sportivo e l’uguaglianza competitiva sono fondamentali. EL intransigente per motivi economici e FIBA intransigente per caparbietà non sanno dialogare. Resta un’unica scelta o fai la LBA o scegli la sola EL. Capra e cavoli non si possono salvare.

  6. Non troverei folle, in questa situazione di ovvia emergenza, se a fine stagione si saltassero delle partite che non cambiano l’esito della competizione. Non credo ci arriveremo, ma se una squadra deve recuperare 4 partite, e 2 di quelle non cambiano per nessuna delle due l’esito (con gradi da capire: cambiano la posizione in classifica ma non l’accesso ai playoff?), potrebbero decidere di farle saltare. Non so neanche se sarei d’accordo o a favore, penso solo che se non vogliono allungare la stagione non ci sono tantissime alternative.

  7. E rischio di andare lungo, perfino per i miei standard…

    Abbiamo bisogno di alcuni termini comuni, condivisi, per continuare una discussione che non ci vede d’accordo.
    “Merito sportivo”, in particolare, sembra il cuore del dissenso.
    “Non interessa a nessuno”; “in EL non esiste” le principali obiezioni.
    Che si riferiscono alla situazione attuale, infestata dal covid19, e, immagino, dalla nota critica che un campionato a inviti e chiuso non rappresenta davvero un torneo degno di essere chiamato sportivo.

    Partiamo dai fatti, nella speranza di trovare in quelli un accordo sui termini comuni.

    Quando EL elimina la regola dello 0-20, nel riconoscimento delle circostanze speciali che stiamo subendo, dice che una situazione straordinaria che impedisce a una squadra di giocare, non può essere considerata un infortunio comune, quindi non si può applicare la regola della sconfitta a tavolino per salvaguardare i team che vivono negli ambienti più esposti al contagio covid19.
    La motivazione di quella decisione è stata ed è, appunto, tutelare il merito sportivo.
    Se i tuoi giocatori si prendono il virus in un mondo che non riesce a contenerlo in alcun modo, non è giusto che tu venga punito come se si fossero infortunati.
    Giusta o sbagliata, d’accordo o in disaccordo che si sia, il fondamento di quella decisione è stato quello.

    Prima che i casi scoppiassero a raffica in tutte le squadre, quando erano poche le squadre azzoppate dal virus, poteva essere una decisione discutibile, ma il principio che la anima è stato chiarissimo: il merito sportivo.
    Non si può quindi dire che “non interessa a nessuno”, perché la Lega stessa lo mette come priorità della sua attività.

    E direi anche noi appassionati.
    Se siamo disposti a guardare con grande partecipazione la partita di Milano contro i giganti di Mosca, consci della nostra inferiorità qualitativa e quantitativa, tremando e trepidando, credo che sia soltanto perché da tifosi sappiamo che il merito sportivo rende aperta qualsiasi partita, che Davide può strappare la partita a Golia ogni volta.
    Quello è il cuore dell’entusiasmo col quale guardiamo con passione una partita che sappiamo persa al 80%.
    Dunque anche noi tifosi, insieme alla Lega, teniamo il merito sportivo in grande considerazione – anche se magari a volte non ce ne rendiamo conto.
    È la molla che rende interessante qualsiasi partita, purché si tenga a una delle due squadre.

    Il merito sportivo quindi esiste davvero, lo dimostrano i fatti, ed è al centro di tutta la nostra passione.

    Che poi la EL non sia sportiva perché chiusa e a inviti, la faccio breve, è un’interpretazione antica del concetto di sportivo.
    I premi, le promozioni, le retrocessioni – un modo antico, e non più attuale, secondo me, di sollecitare la passione sportiva.
    Oggi l’EL è un campionato appassionante e di alto livello, proprio perché chiuso e a inviti.
    Ed è chiuso e a inviti per permettere alle squadre di programmare, costruire sulla base di tempi pluriennali.
    In questo modo è possibile offrire al pubblico grandi giocatori, squadra organizzate, e in generale il grande spettacolo di basket che è l’EL.
    All’interno di questo nuovo modo di considerare un campionato, che poi è il modo NBA, il merito sportivo esiste ancora, è ricercato, ed è tutelato come dimostrano gli sforzi che la Lega e le squadre stanno facendo per mandare avanti un campionato.
    Con degli errori, non c’è dubbio, ma con una volontà chiara, determinata, e sportiva per quanto possibile.

    Alla luce di queste considerazioni da voi sollecitate, mi aspetto che anche la compressione dei tempi della stagione regolare verrà guardata con occhio critico dai dirigenti, e se possibile eliminata per non incorrere nell’obbrobrio di una partita ogni tre giorni per 141 giorni di seguito.
    Dilatiamo i tempi della regular season e molti ostacoli cadranno, la salute degli atleti sarà tutelata, e perfino in questa stagione straordinaria, e non certamente in senso positivo, il vincitore sul campo avrà un alone di sport intorno alla sua corona.

  8. Nel caso, a qualche partita di LBA si presenterà con i soli Cinciarini, Moretti, Biligha, Moraschini e qualche ragazzo del settore giovanile (se possibile, non conosco il regolamento). Oppure tessereranno ancora qualcuno per avere una squadra B da usare solo per la regular season di LBA.

  9. Palmasco apprezzo la sforzo ma sul merito sportivo non mi convinci proprio . Il merito sportivo non è alla base della EL. Appellarsi ad esso oggi si e domani no, a me fa ridere . Alla base dell EL c e sostanzialmente il concetto di fare soldi (chi li fa, poi, è tutto da vedere, dato che quasi tutte le squadre sono in perdita, ma questo è un altro discorso). Il merito sportivo è un “nice to have”.

  10. @Alessandro mi stai forse dicendo che tu segui con passione la EL, se la segui, come penso che tu faccia, perché attratto dal “concetto di far soldi” che ne sarebbe alla base secondo te?
    Francamente non ci credo.
    Credo che tu sia attratto dal miglior basket possibile dopo l’NBA, e certe volte anche meglio – per la mancanza di quell’atletismo irraggiungibile, che insieme a un concetto di sfida personale che viene dai campetti USA, fa delle loro partite una sequenza di 1c1 opportunamente preparata dalla squadra, con profonda conoscenza di quel tipo di gioco e di atleti.
    Mancanza di quel vertice di atletismo che rende invece il basket EL una festa della capacità del pallone di girare di mano in mano, e delle difese nel provare ad adeguarsi.
    Qualità dove sta il suo fascino secondo me, e il suo valore sportivo, che a volte mi sembra di preferire perfino all’NBA, forse perché tifo Milano, ovviamente.

  11. Palmasco, che la EL oggi esprima un livello altissimo a livello di basket e di organizzazione, direi che non se ne discute nemmeno.
    Ma il merito sportivo, mi pare sia altrettanto senza discussione fuori dagli obiettivi principali dell eurolega. Mirano a fare soldi . Punto .
    Questo può più o meno piacere (a me non piace, ma capisco chi la pensa diversamente).
    Ma una volta accettato questo, non puoi appellarti al merito sportivo come hai fatto tu qui sopra, citando il numero di partite ravvicinate.
    Se sposi una logica, la sposi fino in fondo . Non puoi accettarla a piacimento. Gli obiettivi della EL sono fare soldi offrendo un prodotto spettacolare. E sono bravissimi. Che poi vinca il più forte o il più meritevole, secondo me a Bartomeu non frega una sega. Accettiamolo

  12. Il problema per cui qualcuno pensa che l’Eurolega o l’NBA non siano per “il merito sportivo” è il fraintendimento di fondo sul fatto che la partecipazione a una LEGA (cioè un campionato privato che ha dei costi di organizzazione, di gestione, di promozione, ecc.) debba essere esclusivamente basata sull’andamento dell’anno precedente nella stessa lega o in altre leghe. Da nessuna parte sta scritto che una organizzazione privata debba ammettere una società o l’altra: se ci sono dei costi di gestione, è evidente che una lega non può permettersi di diluire le entrate accettando squadre che hanno mercati microscopici (fisici o televisivi che siano). Ed è qui che verte l'”accusa”: “se le leghe come NBA, NFL, Euroleague, ecc. pensassero al merito sportivo, inviterebbero le squadre che l’anno prima hanno giocato meglio”. Per un puro motivo di sostenibilità economica, così non può ovviamente essere (anzi tecnicamente le leghe americane fanno l’opposto, proprio per dare maggiore equilibrio).

    Ma una volta andati oltre questo equivoco, chi può davvero pensare che Euroleague, NBA, NFL, ecc. facciano fatturato senza merito sportivo? Ovviamente in queste leghe vince il più forte sul campo, cioè quello che ha merito sportivo. Tutte queste leghe sono basate sul merito sportivo, altrimenti nessuno le seguirebbe. Poi, l’Euroleague non può fare il salto che hanno fatto le leghe americane per spingere ancora di più il merito sportivo e dare meno peso al fatturato delle singole società, ma sfido chiunque a dire che i playoff di EL non premiamo le squadre che quell’anno sono più forti. Palmasco ha anche sottolineato un aspetto importante: la licenza pluriennale permette di programmare e di avere quindi un torneo più competitivo. A proposito di questo, questo è l’anno sbagliato per discutere di meriti e competitività: prese per prime 15 in classifica oggi di EL, qualcuno sa dire esattamente le 8 che faranno i playoff?

  13. Dissento ancora mr tate. Vero che in EL tendenzialmente giocano le 18 squadre più forte d europa. Ma non perché lo sono. Ma perché giocando in EL di fatto lo diventano . La questione causa effetto è opposta. Per me il partizan è molto più forte dell asvel (ad esempio) . Ma è chiaro che se i l asvel continua a giocare il EL e il Partizan no, nel giro di pochi anni l asvel diverrà strutturalmente più forte del partizan.
    La catena di fatto è la seguente: 1) sei economicamente appetibile? 2) giochi in EL 3) Diventi forte.

    In sostanza le squadre top a livello europeo sono decise a tavolino, sulla base dell appetibilità economica. Definito ciò, è piuttosto logico che nello step successivo tenda a prevalere in merito sportivo . Ma io sono old style. Il merito sportivo è altro.

  14. Alessandro non ci capiamo.

    Il fatto che i vertici EL abbiano un ritorno economico dalla loro attività è ben diverso dal dire, in senso peggiorativo, che “mirano a fare i soldi”.
    Non capisco: dovrebbero lavorare gratis? E chi se lo può permettere?
    È più giusto chiedersi: cosa ne fanno dei tanti soldi che tirano su?
    E la risposta è, cito proprio te stesso alla lettera: “un altissimo livello di basket e di organizzazione”.

    Non è roba che s’improvvisa, o che si realizza con lo scopo principale del profitto.
    Sarebbe come dire che il computer portatile, siccome Gates e Steve Jobs sono diventati miliardari, non ha un contenuto di valore generale, perché miravano solo a fare i soldi.
    Sappiamo che non è vero.
    Il computer ha un valore per la società che va molto oltre i miliardi che hanno fatto i suoi inventori, e l’EL ha un valore sportivo che va molto oltre i soldi che muove quest’industria.

    Se non ci fosse valore sportivo, ripeto, chi guarderebbe le partite?
    Se non ci fosse valore sportivo, ma soltanto conto economico, la Zalgiris Arena sarebbe sempre piena – per una squadra che quando vince è sempre nominata come “una sorpresa”?

    Dai guardiamo i fatti.

    È vero che nella società attuale non può esistere attività di alto livello senza un importante aspetto economico e finanziario, ma questo non vuol dire che nel campo sportivo il conto economico distrugga il merito sportivo.
    Chi ha più soldi in EL può comprare i migliori giocatori, ma non può comprare le partite che dovranno sempre essere giocate – ed è questo gioco che il pubblico paga per vedere, questa inebriante scommessa che è stata chiamata sport.
    Le regole ci sono proprio per limitare il più possibile il peso del denaro – il più possibile, ho detto.

    Poi direi che sono già intervenuto troppe volte su questo thread, e se non va bene accordiamoci di essere in disaccordo.
    Ma il fatto che EL sia lì solo per fare i soldi NON è affatto assodato, e per me non è neanche vero.

  15. Non capisco cosa voglia dire “old style” nel contesto di leghe che esistono perché stanno in piedi economicamente. L’Euroleague non l’ha ordinata il medico, così come l’LBA peraltro, quindi l’idea che esistano per fare fatturato è lapalissiano. Se EL o LBA fanno solo perdere soldi a chi partecipa, e all’organizzazione stessa, chiudono. Quindi trovo sempre bizzarro leggere lamentele sul fatto che chi segue con interesse competizioni tenute insieme dai soldi non apprezza… che le competizioni siano tenute insieme dai soldi… No soldi = no competizione 🙂 L’Euroleague funziona DA BUSINESS per fare fatturato e DA COMPETIZIONE SPORTIVA per fare competizione.

    Peraltro, prendiamo per buono il tuo discorso: al posto dell’Asvel dovrebbe esserci il Partizan. Ok. Quante sono le situazioni così? Vogliamo dire 3 o 4 al massimo squadre che forse, ma probabilmente no, fanno i playoff una volta ogni x anni? E se l’EL ti ascoltasse e facesse partecipare il Partizan e non l’Asvel, di colpo penseresti che non pensano ai soldi? Io credo di no ma magari mi sbaglio, dimmi tu 🙂

  16. Siamo su posizioni troppo distanti. Inutile continuare a discutere. Ognuno resta della propria idea.

    Una precisazione però. La maggior parte delle squadre che partecipa alla EL perde soldi (Olimpia inclusa). Che la EL porti profitti a chi ci partecipa , non è vero (parlo di condizioni normali, sorvoliamo sul mancato pubblico di quest anno, ci mancherebbe)

  17. Non capisco bene come si possa essere distanti dalla posizione “se una organizzazione privata perde soldi chiude” ma ok 🙂

    Sul discorso del bilancio, l’EL ha cambiato il percorso finanziario un paio d’anni fa. Non conosco il loro BP e non so se sia pubblico, ma è perfettamente normale che pensano di andare in attivo fra qualche anno. Considera che stanno facendo un percorso di consolidamento dei bilanci delle società sportive che partecipano e che dovrebbe finire nel 2023, quindi non mi sembra strano che non siano ancora in attivo. Forbes prevede che entro il 2025 le entrate raddoppino.

    Per finire, vero che molte società sono in passivo ma in alcuni casi è fuorviante. Il Fener per esempio è in passivo ma in larga parte non per la parte basket. Square come Madrid e Barcellona quando vanno in passivo lo fanno perché prendono soldi dal calcio e sta a loro bene così.

  18. Nel calcio le squadra che partecipano alla Champions League acquisiscono tale diritto sul campo nei loro rispettivi campionati, e non mi pare che anche quando capitano eccezioni, come per esempio l’Atalanta, la Champions League perda in fascino e attrazione e, nello stesso tempo, non mi risulta che i vertici dell’Uefa siano poveri. Forse se nel basket si applicasse la meritocrazia, tramite i vari campionati nazionali, per accedere all’Eurolega, questi dubbi sul dio denaro non esisterebbero e non saremmo qui a focalizzarci solo sull’aspetto economico. Visto e considerato che non accederebbero solo i vincitori dei campionati, le altre squadre forti non dovrebbero avere problemi a disputare i play-off dei loro campionati per raggiungere l’ingresso in Eurolega.

  19. “Fascino” e “attrazione” non sono l’argomento del contendere. A occhio e croce (ultimi dati sulla revenue EL, 2 anni fa, dicono €60M, di cui un po’ più del 50% viene dai diritti TV), l’EL dai diritti TV prende un decimo di quello che l’UEFA raccoglie dalla sola Europa League. Il paragone con la Champions League è semplicemente non proponibile: si parla di un centesimo delle entrate TV. La Champions League può permettersi tranquillamente di avere squadre di fascia bassa perché amplia il bacino attingendo a mercati che comunque portano clienti e spettatori, tanto hanno un mercato enorme con un valore folle. L’Euroleague no: ogni singola squadra deve in teoria portare sponsor, pubblico, biglietti, ecc. altrimenti il sistema non funziona.

    Peraltro, la Champions League non è affatto meritocratica in assoluto: i posti sono assegnati in base al campionato da cui vieni, perché ovviamente anche la UEFA sa che non puoi avere lo stesso numero di squadre spagnole e bioelorusse

  20. Questa è la dimostrazione che, come ha scritto legittimazione Alessandro, merito sportivo e business non sono compatibili tra loro.

  21. Discussione interessante e per niente banale!
    Bello leggervi.
    Vorrei però approfittare di questo thread per mandare un messaggio ad Alessandro con cui ho un conto aperto da alcuni giorni e sono io ad esser debitore.
    Alessandro, Ti ho risposto anche laddove abbiamo avuto un battibecco ma probabilmente quel mio messaggio te lo sei perso nei flussi successivi…
    Innanzitutto mi dispiace non averti risposto subito due giorni ma, ma ho avuto rogne di lavoro.
    Più importante: mi scuso per i toni, avevo scambiato il tuo intervento per uno di quelli di poche e banali parole che a volte capitano qua. Sono stato maleducato e a torto perché poi ho letto volentieri i tuoi successivi commenti e anche quanto hai scritto sopra dimostra che ami la discussione aperta e corretta quanto me.
    Questa è la cosa più importante.
    Essere d’accordo o no lo è molto meno, troppo facile interloquire solo con chi la pensa come te.

    Quindi scusami ancora!

  22. In Eurolega non vi è merito sportivo per quanto riguardo i criteri di partecipazione (a parte la vittoria dell’Eurocup nella stagione precedente), poi per vincere la coppa bisogna prima vincere tutta una serie di partite dove il merito sportivo è ovviamente garantito altrimenti staremmo parlando di wrestling e non di basket.
    In Champions League di calcio la partecipazione è ancora ottenuta attraverso il piazzamento nei rispettivi campionati nazionali, ma anche qui, a parte il fatto che sono poi sempre le solite 5 o 6 squadre che realisticamente possono vincere la coppa, sono sempre più frequenti le voci circa la nascita di una Superlega europea simil Eurolega di basket e inevitabilmente si andrà in quella direzione.
    Di base, comunque, il concetto di merito sportivo è sempre relativo all’interno di un sistema in cui la differenza di disponibilità economica è abissale tra squadre partecipanti alla medesima competizione, divario che va ampliandosi sempre più tra le big ed il resto del mondo (infatti ormai si sta assistendo un pò ovunque a domini pluriennali delle solite note: Juve, Bayern, Real, Barcellona, Psg etc.) tanto che ormai la vittoria di un campionato nazionale vale pochissimo.

  23. Molte squadre europee di calcio non sono favorevoli alla nascita di una Superlega Europea e pertanto non credo che sia attuabile a breve. Anche nel basket, se l’accesso all’Eurolega dipendesse dai campionati nazionali, pensi veramente che squadre top, come Barcellona, Real Madrid, Cska Mosca, Maccabi Tel Aviv, Fenerbahce ed Efes farebbero fatica a qualificarsi all’Eurolega? Sono convintissimo di no e per lo meno si avrebbe meno dubbi sul merito sportivo, ma tanto, come ha scritto Alessandro, a Bertomeu non interessa un fico secco chi vince la Coppa, per lui una vale l’altra.

  24. Certo che non avrebbero difficoltà a qualificarsi, ma non penso sia quello il problema.
    Il fatto è che l’Eurolega cerca di proporre una competizione in cui il divario tra le partecipanti non sia enorme, quindi vi fa partecipare quelle società che hanno una certa disponibilità e solidità economica, che hanno un certo seguito, che hanno palazzetti dotati di una certa capienza etc. Le società vogliono avere la certezza di parteciparvi per impostare investimenti a lungo termine. Ovvio che l’Eurolega sia un’organizzazione finalizzata al business, ma mi meraviglierei del contrario. Ma l’obiettivo è aumentare i ricavi, per poter distribuire sempre più ricchezza alle partecipanti in modo che siano in grado di investire sempre più e allestire rose competitive.
    In Eurolega si cerca di andare sempre più verso una competizione in cui le 18 partecipanti sulla carta potrebbero vincere la coppa: poi logico che è molto complicato, anche perchè le varie squadre appartengono a nazioni differenti con differenti tassazioni, ma alla lunga l’obiettivo è questo. Quindi ogni giornata partite avvincenti, lottate, non scontate.
    In Champions, a cui ci si deve effettivamente qualificare guadagnandosela “sul campo”, alla fine però il grosso dei soldi se lo beccano sempre le solite big, quelle che a ogni anno arrivano alle fasi finali, e aumenta sempre più il divario con le altre.
    Insomma, in un mondo sportivo giusto tutte le squadre dovrebbero avere pari possibilità di vincere una competizione a cui partecipano, invece questo dipende sempre più dai soldi a disposizione della proprietà per acquistare sportivi più o meno forti, e i soldi stanno andando sempre più alle solite squadre aumentando il divario con le altre.

  25. Io insisto che è un equivoco pensare che lo sport sia inevitabilmente “equo”. Lo sport è iniquo non solo per vocazione ma anche per necessità. Non siamo tutti ugualmente veloci, non siamo tutti ugualmente alti, non siamo tutti ugualmente intelligenti. Le leghe a qualificazione poi usano criteri completamente arbitrari: perché chi vince un campionato per nulla competitivo dovrebbe essere più meritevole di un posto rispetto a chi arriva terzo in un campionato competitivissimo? Lo merita di più in base a quale considerazione?

    La verità è che le competizioni cercano di essere eque non perché lo sport è equo ma perché se non sono eque meno gente le segue. Come detto da Cap, l’Euroleague, così come le leghe americane, cerca di creare un equilibrio sportivo artificiale “punendo” chi vince e favorendo chi perde, anno dopo anno.

    Non siete convinti? Ok, allora creiamo una ipotetica “Equal Opportunity Euroleage” con come unica logica di partecipazione quella che alcuni definiscono “merito sportivo”: si qualificano solo le squadre che hanno vinto il campionato. Secondo voi se invece di Madrid, Barcellona, Valencia, ecc. partecipasse per dire solo il Barcellona mentre il posto del Madrid fosse preso dalla vincitrice della British Basketball League (del resto avendo vinto il campionato merita il posto, non come il Madrid che magari è arrivato secondo in campionato), la competizione come cambierebbe? Sarebbe più meritocratica? Sarebbe più competitiva? Metterebbe meglio in evidenza i meriti sportivi delle squadre europee?

  26. Ormai neanche nel calcio partecipa solo la vincente dei campionati, sarebbe un esempio preistorico. E cmq nel calcio ogni nazione ha un tot di squadre in base al coefficiente Uefa, che viene stabilito in base ai risultati delle squadre della nazione stessa in ambito europeo. Ognuno ha le proprie opinioni, condivisibili o non. In ogni modo il problema dell’Eurolega non è solo il merito sportivo, ma la loro cronica incapacità di trovare soluzioni alternative alle problematiche che si presentano.

  27. A me sembra che si confonda il merito sportivo inteso come requisito per partecipare ad una competizione con il merito sportivo inteso all’interno di tale competizione per poterla vincere.
    Che sono due cose differenti.
    L’Eurolega punta ad avere una ristretta cerchia di società che ogni anno partecipano alla competizione, società che rispondono a determinati requisiti; e cerca di fare in modo che tali società, proprio grazie alla garanzia della partecipazione pluriennale, possano sempre più arricchirsi in egual misura e portare così ad avere una competizione molto equilibrata. Tante partite belle, avvincenti, equilibrate ogni settimana, che è ciò che chiede il pubblico, che chiedono le tv che sborsano soldi per i diritti.
    Detto questo, l’Eurolega la devi vincere sul campo, lottando per 34 partite di regular season + playoff + final 4. E qui, nel format, si cerca di mantenere equità di trattamento per tutte le società: doppi turni, lunghezza delle trasferte, alternanza casa/trasferta etc. In nome dell’equità, è stato deciso anche di togliere i 20-0 a tavolino assegnati in un primo momento, programmando i recuperi. Nel momento in cui qualche squadra dovesse assommare un numero considerevole di tali recuperi, tanto che ogni settimana sarebbe costretta a sorbirsi doppi turni e trasferte stancanti, ecco che questa equità verrebbe meno e con essa il merito sportivo finalizzato alla vittoria della competizione (o al raggiungimento di uno specifico obiettivo), perchè tali squadre sarebbero sottoposte ad un tour de force pazzesco con bollitura garantita. E mi sembra che l’Eurolega non voglia che alcune squadre siano sfavorite sportivamente rispetto ad altre, al suo interno.
    Poi, che la partecipazione sia a numero chiuso e non guadagnata attraverso i risultati ottenuti nei vari campionati nazionali, non ci piove ma è un altro discorso.

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