Alberto Marzagalia, per Eurodevotion, analizza la rivalità tra Olimpia Milano e Virtus Bologna. Ecco alcuni passaggi:
La settimana uscente ed i primi giorni di quella entrante sono state caratterizzate da un discreto duello dialettico sull’asse Milano-Bologna. Protagonisti Massimo Zanetti, patron virtussino, ed Ettore Messina, allenatore e presidente milanese, nonché ex bianconero dal grandissimo passato. La pallacanestro italiana tutta, non solo quella felsinea e meneghina, non può che ringraziare.
I più giovani non ne hanno idea, ma tutti gli altri ricordano quando il basket finiva sui giornali nazionali pressoché quotidianamente grazie ai duelli del passato? Gli anni ’80 di Bianchini e Peterson, che se ne dicevano di tutti i colori ad ogni occasione, un duello verbale che accompagnava quello sul campo. E proprio loro furono gli apripista degli anni ’90 e dell’inizio del nuovo millennio, che ci regalarono campioni come Kukoc, Del Negro, Dawkins, Djordjevic e Danilovic, in un elenco che potrebbe continuare molto oltre. L’onda lunga di uno sport che era nel cuore e nella testa di tutti fece si che tanti grandi proprietà scegliessero il basket, col successo del movimento che ne derivò.
Poi, come detto, il nulla. Un silenzio triste che ha ucciso ogni aspetto italico dello sport che più ci piace al mondo.
Ecco perché siamo certi di poter affermare che ben vengano le schermaglie verbali di questi giorni, lanciando un duello che poi sarà sul campo, dove vincerà ed applaudiremo il migliore, chiunque sia.
Moretti era un obiettivo Virtus e Milano se lo è aggiudicato? Molto bene. Alibegovic era dato per fatto all’Olimpia prima che la Virtus lo convincesse? Molto bene. Baldi Rossi o Giampaolo Ricci sono stati potenziali sgarbi di mercato? Molto bene. Si polemizza su chi ha voluto più dell’altro interrompere prematuramente la stagione? Molto bene. Si discute su quale ambiente possa essere miglior trampolino di lancio per i giocatori italiani? Molto bene. Si litiga a livello di “bar dello sport” su chi ci abbia guadagnato di più con lo stop? Molto bene. Si usa l’ironia citando un comico per rispondere alle provocazioni avversarie? Molto bene. Qualche bugìa da entrambe le parti, tante verità. Serve tutto.
Qualche decennio fa, come ci ricordò Ettore Messina in una nostra intervista del settembre 2018, l’Avvocato Porelli mandò Marco Bonamico a Milano perché voleva che ci fosse un avversaria vera per la sua Virtus. L’Avvocato, forse il più grande dirigente della storia del nostro sport, un visionario che infatti contribuì al grande progetto di Eurolega, era sempre un passo avanti. Sapeva bene che per un grande movimento ci vogliono grandi rivalità, che perché un prodotto cresca ci vuole battaglia sul campo il cui interesse cresce se quella dialettica la anticipa e la segue.
Messina acerrimo rivale della “sua” Virtus? E’ bellissimo, così come è straordinaria la voglia del patron Zanetti di voler superare un club che oggi pare non avere rivali in termini di possibilità finanziarie e di esposizione mediatica. Ispiriamoci all’Avvocato Porelli ed auguriamoci che la stampa sappia vivere al meglio questo momento e sfruttarlo alla perfezione.
Dire che Porelli sia stato il più grande,forse, dirigente di Basket italiano (visionario) dimenticandosi di Adolfo Bogoncelli (portato gli Harlem in Italia, porto lo sponsor nel basket, importo’ la divisa Davvero colorata e di raso, l’oriundo, il college di via Caltanissetta …) ma anche di Allievi Borghi e Bulgheroni .. a me pare una citazione un po’ troppo magnanima bei confronti di Porelli. Buon basket e forza Olimpia