Ettore Messina è stato scelto da La Gazzetta dello Sport come tecnico della squadra ideale dei 50 anni di LBA. Ecco alcuni passaggi della sua intervista sulla Rosea:
SULLA SUA ELEZIONE
Forse è stato decisivo il voto di mia madre. Scherzi a parte, i miei riferimenti in Europa sono stati Peterson, Bianchini e Sandro Gamba. Sono cresciuto avendoli come modelli: essere messo sullo stesso piano mi smuove qualcosa dentro
SU D’ANTONI E MENEGHIN
Due miti per definizione. Il ricordo che ha lasciato Mike a Milano è clamoroso, era l’estensione di Peterson in campo e possedeva una leadership innata. Come coach entrerà nella Hall of Fame, e mi affascina per la sua dicotomia: giocatore emblema di rigore tattico, allenatore che ha lasciato spazio alla creatività. Su Dino c’è poco da aggiungere: per la mia generazione, ma non solo, è la pallacanestro
SU BOB MCADOO
Un giocatore incredibile che ha lasciato il segno su entrambe le sponde dell’Oceano. A Milano lo ricordiamo soprattutto per quel tuffo per recuperare la palla nella finale scudetto con Livorno. In quel gesto c’è tutta la sua grandezza
Bravo Messina, mi sei piaciuto, sei stato sincero. La tua prima frase riassume i possibili commenti Titolo meritato in passato ma nel presente proprio no, meritatelo da domani.
La scelta sul Messia è basata sui suoi trascorsi a Bologna e a Treviso dove ha vinto in entrambi i casi non certo per il suo anno fallimentare trascorso a Milano 😉😉😉
Parole di miele per i grandi del passato di. Milano che a pieno titolo vuole e riuscirà ad emulare e,se gli lasceranno il tempo a superare
Auguri a Messina per la sua lunga carriera sperando che continui a vinvere anche con l’ Olimpia magari non solo in LBA.
Credo che ogni allenatore anche il migliore non abbia vinto ogni anno qualcosa. Solo chi non ha mai avuto o preso responsabilita conosce che la vita e’ fatta di successi e di sconfitte e si confronta ogni momento con i propri limiti. Poi esistono quelli che fanno fatica ad accettare la frustrazione di un insuccesso (sportivo o…..) e in questo blog si riconoscono dai commenti.
Non è solo il palmares che decide chi è un grande allenatore ma anche il come ed in quale contesto ha lavorato. Se Messina non porta a casa trofei ma crea un gruppo in grado di fare bene anche in futuro, per me avrà lavorato bene comunque. Se brucia un budget importante per l’ultimo contratto di giocatori di grande nome e poi lascia passare gli italiani più giovani e che possono essere fattori almeno in Italia, secondo me prende un rischio enorme e se davvero poi non vince, il fallimento del progetto sarà doloroso e indiscutibile. Peterson se ne andò lasciando una macchina da guerra (si, anzianotti ma era un basket diverso) con cui Casalini vinse ancora tutto, ma ad oggi cosa lascerebbe Messina?
E’ appena arrivato. Gli lasciamo un po di tempo, che ne dite?
Vorrei risponderti @biancorossodasempre, Oggi Messina non lascerebbe nulla, hai detto bene sul grande Dan ma lui ha lavorato con la società per nove anni e se ricordi bene i primi due non sono stati eccezionali, Messina è qui da pochi mesi e ci si è messo pure in mezzo il loockdow dagli tempo e fiducia non te ne pentirai
I primi 3 anni di Peterson a Milano furono avari di successi. Ci fossero stati i social e i blog come oggi, sarebbe stato bollato come un americano presuntuoso e mediocre con la pretesa di venire qui a voler insegnare il gioco, chiedendone la testa una partita si e l’altra pure, proprio come viene fatto con chiunque oggi. Per cui, tanta aria fritta..basta saperlo. A Istanbul sanno come si conduce un progetto pluriennale e come lo si appoggia. A Milano, ancora non hanno scoperto come funziona, anche perché la piazza la conosciamo e c’è stata una struttura societaria di moda applicata alla pallacanestro fino all’altro ieri per cui..siamo ancora all’alba