Chiudere la stagione di Olimpia Milano Serie A, annullare tutto, è oggi l’opzione in ascesa per il nostro basket. Ma resta la necessità di quella “cautela” che abbiamo invocato giorni fa.
Ecco perché certi “salti in avanti”, in molti casi anche ben argomentati (come nel caso del GM di OriOra Pistoia Marco Sambugaro) e non solo figli della propria convenienza, non devono ancora essere il punto di partenza di ogni riflessione.
Olimpia Milano Serie A, comunque cautela
Resta la sensazione, che si sta diffondendo sempre più anche nei club stessi, che tornare a giocare sarà complicato per questa stagione 2019-2020. Non per gli stranieri che hanno lasciato il paese, non per la mancanza di allenamenti, non per ragioni di sponsorizzazione, anche perché in fondo, programmare la prossima stagione, oggi come oggi, è impossibile.
Quali sponsor ci saranno effettivamente? Dunque, quali budget avranno i club? Lo stesso vale per l’inevitabile richiesta di aiuto del governo, che si può mettere sul tavolo a prescindere da un rientro in campo per fine maggio.
La sensazione, il timore, è ovviamente legata ad un’emergenza che, ad oggi, non ha una data di termine, e tornare in campo “a porte chiuse” sarebbe una forzatura irresponsabile, come è stato per le gare di Trieste e Roma del 7 marzo, perché un’esigenza di sicurezza tale significherebbe confermare l’esistenza di un pericolo, e dunque mettere a rischio la salute delle persone coinvolte.
Tornando a Olimpia Milano, che senza fretta attende, Ettore Messina ha più volte invocato unione d’intenti dalle parti in causa, con l’interesse generale anteposto a quello personale.
Servirà, insomma, una scelta condivisa di tutti i club, chiamati a quella “compattezza” che non è mai esistita, neanche nel “ribaltamento” di Egidio Bianchi in fin dei conti. E certamente, la risposta che arriva oggi da GIBA a LNP, non lasciano intravedere nulla di buono. Come sempre.
Olimpia Milano EuroLeague, un timore reale
Vi è poi il discorso EuroLeague. In Turchia hanno giocato lo scorso fine settimana, e ora sappiamo di positività in via di accertamento in casa Fenerbahce. In Russia Kalev e Kuban sono andate in quarantena, mentre Cska e Khimki riprendono gli allenamenti. Paesi diversi, situazioni diverse, tempistiche dell’emergenza che saranno diversi: se l’Italia dovesse davvero uscire per fine aprile dall’emergenza, e EuroLeague dare il via libera, sarebbe prudente inviare una squadra italiana all’estero?
Mercoledì avremo qualche risposta dal Board di EuroLeague. Vediamo.
Che si debba considerare conclusa la stagione, per tutelare la salute di giocatori, coaches, assistenti, arbitri e tutti gli lavoratori coinvolti nelle partite e nell’organizzazione logistica, sembra gia’ certo oggi. E questo vale sia per i confini nazionali (tutti i campionati) che in Europa.
Sul tavolo resta l’abnorme problema di gestire la parte “economica” di tutte le parti in causa. Importante e’ capire cosa riuscira’ a fare, concretamente, lo stato. Se ci sara’ una buona quantita’ di soldi reali a favore delle societa’, allora si potra’ arrivare a soluzioni transattive che tutelino un po’ tutti. Tutti ci perderanno qualcosa, ma almeno gli effetti di questa assurda situazione potranno essere “condivisi”. E una soluzione concorde potrebbe spianare la strada alla programmazione della prossima stagione, oggi impensabile. I giocatori stranieri tornati a casa loro (scelta condivisibile, per carita’) vedranno i loro contratti probabilmente rescissi. Ma se avevano contratti pluriennali, cosa succede? L’anno prossimo saranno “liberi” di andare dove vogliono? E gli sponsor? Avevano investito su questa o quella realta’ che ora non e’ piu’ quella perche’ sono saltati i contratti. Per altro, fermando definitivamente i campionati, manchera’ la visibilita’ del loro marchio sulle tv: investiranno ancora l’anno prossimo? Magari poi sono aziende che dovranno affrontare un periodo di crisi con negozi chiusi e poche vendite. E magari stanno licenziando personale che attualmente non possono pagare. Insomma: io ho pochi dubbi sul presente ma moltissimi sulla prossima stagione.
Tornando al campo, un pochino mi incuriosisce l’idea di far ripartire i campionati per vedere in campo squadre stravolte dalle defezioni e con giocatori (e anche arbitri) fuori forma, magari con qualche chilo in piu’. Chissa’ come sarebbe questo “basket ai tempi del covid19”! Sfornerebbe comunque verdetti falsati.
A parte gli scherzi, apprezzo paesi come Canada e Australia che, senza attendere decisioni da parte di fdeerazioni e comitati olimpici, hanno gia’ dichiarato che non intendono inviare i propri atleti alle olimpiadi, se mai si dovessero svolgere.
Questa e’ una presa di posizione importante e coraggiosa, che, secondo me, va comunque apprezzata.
Concordo U.FO.
Anche io penso che non e’ solo un problema di trovare le date per terminare eventualmente la stagione, incastrando le esigenze di tutti (lba – EL- preolimpico, ecc.) ma c’e’ da riorganizzare tutta la nuova stagione, con sponsor che salteranno, giocatori che in attesa di verdetti sulle cause di “lavoro” saranno costretti a restare fermi, imprenditori che forse non avranno piu’ risorse e televisioni che potrebbero anche rinunciare ao diritti, se non fovesse esserci una certa “normalita'”. Insomma: un vero macello!
Divertente l’idea di vedere giocatori “rotolare” dietro la palla a spicchi 🙂
Chissa’ se impareremo qualcosa da tutto questo? Non saprei come risolvere le cose e come cambiare patti e contratti ma ci vuole checgli addetti ai lavori ci pensino subito perche’ epidemie di questo tipo non e’ detto che non si ripeteranno. Specie se non adattermo il nostro modo di lavorare, vivere, pensare
Tecnicamente si potrebbe finire la stagione da fine maggio con playoff corti, eventualmente tipo final8 alla peggio a porte. Umanamente e sportivamente non mi piace molto, anzi, tuttavia finire la stagione avrebbe 2 lati positivi: 1 dare un senso di ritorno alla vita e 2 salvare il salvabile a livello di sponsor e tv, senza i quali non si fa nemmeno la prossima stagione.
generalmente nei contratti c’è una clausula di forza maggiore…che include anche le epidemie…i contratti secondo me verranno rescissi a tutti i livelli senza particolari penali.