Amedeo Della Valle protagonista di «Uomini e Canestri», la rubrica di Luca Chiabotti su La Repubblica Milano.
Cercare di essere costante per tutto l’anno ed avere un impatto positivo per la squadra per tanti minuti o solo per pochi secondi è la cosa più difficile soprattutto per chi, come me, parte dalla panchina e, a freddo, deve dare energia, accendere la partita con tiri, contropiede, una palla rubata
Sul suo ruolo
Siamo partiti forte, giocavo bene, vincevamo tanto. Poi mi sono infortunato, anche la squadra ha attraversato momenti più difficili. Quando perdi troppe partite l’insidia più grande è che cominci a dubitare di quello che stai facendo e invece devi stare sempre sul pezzo. Cerco di guardare al fatto che, rispetto all’anno scorso, sento di avere un impatto importante sulla squadra, poco o tanto che giochi
Sulla stagione
L’università era come stare in un perenne parco giochi per ragazzi dai 18 ai 21 anni, una festa continua. Di quella esperienza porto con me la dedizione al lavoro. L’ho imparata lì
Sul lascito degli USA
All’Olimpia e con Messina devi chiederti cosa dare alla squadra e non aspettare che la squadra lo dia a te. Devi sempre essere tu a fare qualcosa per primo
Su Ettore Messina