L’ex Olimpia Milano, oggi opinionista di SKY, Davide Pessina, è stato ospite ieri di la Repubblica-Milano. Ecco parte della sua intervista con Luca Chiabotti.
Non avevo bene idea cosa fare, in questa città avevo tanti amici e mi sembrava il posto migliore per ripartire praticamente da zero
Sulla decisione di vivere a Milano a fine carriera
È cambiata molto da allora e sta cambiando ancora. Mi sembra che oggi, per certi aspetti, si respiri l’atmosfera dagli anni Ottanta: c’è una grande attività, si percepisce la voglia di competere con le grandi capitali europee. Ai tempi, esplodevano i Navigli, oggi sto riscoprendo il centro. Era una città molto divertente per un ragazzo giovane, penso lo sia ancora
Sulla città di Milano, e sul cambiamento da quando arrivò 20enne
La mia esperienza è duplice. Sono arrivato all’Olimpia verso la conclusione del grande ciclo di D’Antoni-Meneghin-McAdoo. Noi giovani eravamo sotto pressione perché non potevamo deludere al confronto di quei miti che erano, però, talmente amati e avevano conquistato un tale credito coi tifosi, che l’atmosfera attorno alla squadra era sempre calda e positiva. Quando sono tornato, all’apertura di un nuovo ciclo, è stato più difficile. Si percepiva che la gente ci confrontasse ogni volta con chi ci aveva preceduto. La pressione qui nasce dal fatto che sei comunque chiamato a competere al massimo livello possibile. Ma Milano è sempre un gran bel posto dove giocare
Sulla pressione di Milano
Credo sia davvero difficile giudicare durante la stagione una squadra che fa l’Eurolega, riuscire a mantenere una costanza di rendimento, nonostante un roster di 15 giocatori, è quasi impossibile. A parte tre o quattro stelle, anche se sono campioni come Sergio Rodriguez e Luis Scola chiamati anche per essere una ispirazione e esempio, tutti gli altri sono uguali, tutti hanno voglia di giocare. Per essere sempre pronti e motivati, ognuno deve mantenere la giusta prospettiva, capire che se viene utilizzato poco non è perché l’allenatore ce l’ha con lui… Ma è tutt’altro che facile
Il giudizio sulla stagione di Olimpia Milano
Ecco alcuni passaggi della carriera di Davide Pessina da museodelbasket-milano.it.
Davide Pessina, è nato ad Aosta nel 1968, alto 206 cm per 109 chilogrammi ha giocato sia ala grande che centro (ora sarebbe un “4”), dotato di un ottimo tiro da due punti ed una buona impostazione sui fondamentali.
L’Olimpia Milano lo ha ingaggiato nel 1988 per dare respiro ai due grandi vecchi, Meneghin e Mc Adoo. Con la Philips di Casalini non trova molto spazio per mettersi in luce: segna sei punti a partita ma raggiunge subito un grande obiettivo come la conquista dello scudetto.
L’anno successivo per sostituire Premier, Casalini ottiene Antonello Riva e Davide si trasferisce a Cantù secondo gli accordi intercorsi tra le due società.
Nel 1991 Mike D’Antoni, che nel frattempo era diventato coach della Philips, lo ha voluto riprendere e Davide torna all’Olimpia. Questa volta resta quattro stagioni ritagliandosi un posto al sole; infatti Davide a Milano ha complessivamente segnato 1643 punti e disputato 181 partite. Pessina con l’Olimpia ha conquistato la sua seconda Coppa Korac nel 1992/93.
Un 4 come Pessina è quello che servirebbe all’Olimpia e al basket Italiano