E’ la notte del destino. Anadolu Efes-Olimpia Milano, palla a due alle ore 19.30, per fare un secondo, robusto passo nel paradiso europeo.
Rapidamente, la matematica. Con una sconfitta l’Olimpia è fuori. Vincendo, le chance di qualificazione aumentano sino al 90%, con 3 casi su 32 per la condanna. Ma c’è poco da ridere, tenendo conto che il Cska è già certo del secondo posto, e il Real Madrid farà turnover con lo Zalgiris Kaunas.
Anadolu Efes vs Olimpia Milano | Le ultime dalle sedi
Rapidamente secondo, i roster. Olimpia Milano al completo, Arturas Gudaitis a parte, con Nemanja Nedovic in ripresa e Jeff Brooks costretto comunque a giocare sul dolore. Anadolu Efes che potrebbe presentare nei 12 Bryant Dunston dopo uno stop di due gare, ma il minutaggio sarà tutto da valutare.
Anadolu Efes vs Olimpia Milano | Il volere di Simone Pianigiani è compiuto
Olimpia Milano, e il destino. Il volere di Simone Pianigiani è stato compiuto: «vogliamo battagliare per i playoff sino alla fine» diceva in confidenza in estate, e al 4 aprile il passo è compiuto. Dopo le tante «trollate» in sala stampa, una concessione anche ai tifosi: «Dovremo fare qualcosa in più, andremo aggrappati alla partita con unghie e denti per provare a vincerla». Non sarà il «vincere, senza sè e senza ma» che amerebbero i tifosi, ma al momento tanto basta.
Anadolu Efes vs Olimpia Milano | La chiave si chiama ritmo, non difesa
Le chiavi del match? Verrebbe da dire “difesa”, quella che invocava Livio Proli ad inizio stagione, ma sarebbe un “non senso”. Non si può chiedere all’Olimpia Milano di essere, ad aprile, quel che non è mai stata per tutta la stagione.
Conta il «controllo del ritmo». Si può dire tutto del Fenerbahce di Obradovic di settimana scorsa: esperienza, post basso di Nikola Kalinic, grande circolazione di palla. Belle parole, bei concetti, ma la realtà è che l’Olimpia non ha mai avuto il controllo del ritmo, privata di un Mike James che ha “sistemato” leggermente i suoi numeri nel finale.
L’Olimpia dovrà attaccare, condividendo. Serve il miglior Mike James, che contro Cantù ha dimostrato, con diverse accellerate dalla rimessa, di voler correre. Ma serve anche altro, che non sta nei semplici nomi di James Nunnally (comunque 26 punti contro il Fener), Nemanja Nedovic e Vlado Micov. Servirà anche la difesa e la presenza di Curtis Jerrells, la qualità e il tiro di Mindaugas Kuzminskas, la rumba di Andrea Cinciarini, l’energia di Jeff Brooks, i centimetri di Alen Omic. Servirà insomma una squadra, e un coach che in questa squadra abbia fiducia.
Poi, Kaleb Tarczewski. Perchè, in fondo in fondo, la reale chiave si chiama “taglia fuori”. Dimezzare il numero dei rimbalzi offensivi concessi: si può anche difendere male, ma non concedere seconde opportunità in quantità. Questo può mandare in ritmo anche una squadra come l’Anadolu Efes, senza stimoli particolari.
Insisto con il dire che il problema di Milano a rimbalzo non è Kaleb ma sono tutti gli altri. Tarczewsky deve uscire sul p&r, tagliare fuori il lungo avversario, stoppare i piccoli che entrano…. Troppoa, anche per superman!
Tutti devono lottare a rimbalzo, non solo i 4 e i 5
vado a memoria, ma credo che gente come james, micov e nunnally (con poche partite giocate) ne abbiano presi molti più di kuz e di burns. il leader di squadra è jeff, ma probabilmente lo sarebbe stato guda. come giustamente affermi tarcy è l’ultimo problema di milano a rimbalzo. auguriamoci di vedere omic più reattivo e soprattutto speriamo in favorevoli carambole per minda e chri, che sono i due veri “colpevoli” sotto il ferro da proteggere.