Basta applausi, con il Barcellona serve la vittoria. E Sito Alonso non vuole più dare il buongiorno alla tristezza

Gli applausi li si lascia alle menti deboli, alle mascotte del momento. Non è questo quel che vuole Milano dopo la buona trasferta di Madrid: si cerca rispetto, e contro il Barcellona serve una prima vittoria. Complicata, contro un avversario quotato ma in crisi, complicata ancora, perchè le gare si sommano, e in EuroLeague le rotazioni di Simone Pianigiani sono particolarmente corte.

Dunque, si parte dalle scelte del coach biancorosso, che a Madrid ha rinunciato a Pascolo (oltre a Young), lasciando fuori dai 12 Simone Fontecchio e non concedendo minuti ad Andrea Cinciarini, Awudu Abass e Cory Jefferson. Difficile che le cose possano cambiare, in maniera netta, giovedì sera al Mediolanum Forum: Pascolo lavora in funzione di Sassari, resta il ballottaggio Abass-Fontecchio con Cinciarini e Jefferson papabili di un superiore utilizzo.

Barcellona quindi. Momento estremamente delicato, perchè al Palau Blaugrana, dopo la fine dell’era Pascual e la bufala Bartzokas, anche tre sconfitte in fila ad ottobre possono negativizzare oltremodo ambiente e giocatori. «Leviamovi la tristezza di dosso e lavoriamo» l’ordine di un Sito Alonso che pare, ad uno sguardo meramente esteriore, immobile mentre la macchina perde la traiettoria ideale, facendo anche leva sulle assenze di Rakim Sanders e Victor Claver. Il grande ex salterà anche la gara del Forum, mentre il lungo torna convocabile.

Restano le prestazioni individuali e collettive dei blaugrana, che dopo cinque vittorie consecutive sono caduti a Belgrado come a  Madrid (Estudiantes), prima di arrendersi in casa, con sorprendente anticipo, allo Zalgiris Kaunas. Certo, Sarunas Jasikevicius si era segnato sul calendario questa sfida con un bel cerchietto rosso (dopo un lungo corteggiamento, la dirigenza ha preferito Alonso per il dopo Bartzokas), ma questo non può spiegare le difficoltà difensive sugli uno contro uno di Pangos e Micic (la coppia di play lituani), lo 0/6 da 3 di Adrien Moerman (arma fondamentale il suo p&p), la scarsa vena ispiratrice di Heurtel nei p&r con Seraphin, e soprattutto lo scarso impatto di Phil Pressey. Il classe 1991, arrivato dalla D-League con un contratto 1+1, capace di mettere in tribuna Tyrece Rice con le sole intenzioni, si è poi rivelato un 3.8 punti di media in Acb, e 4.0 in EuroLeague, con la miseria di meno di 3 assist a partita. Con lo Zalgiris, in 10’ ha prodotto uno 0/6 al tiro per un -7 di valutazione.

Come per Milano, anche in casa Barcellona è presto per dare giudizi. Ma questa è teoria, la piazza chiede pratica, e tutto può affossare.

Alessandro Luigi Maggi

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