A Madrid contro un gigante meno invulnerabile. Quali dubbi per Pianigiani?

Wizink Center di Madrid, ore 21. Ospite del Real, l’Olimpia tenta una missione mai riuscita (5-0 il record nella CasaBlanca), ripartendo da una piccola luce nel suo recente passato nefasto. Il 27 gennaio dell’anno in corso, infatti, la squadra di Pablo Laso si impose 94-89 in una gara dove brillarono i 20 di Simon e i 13 di Dragic.

Comunque sia, una sconfitta, ma se ritenere il tempo «propizio» è quanto meno azzardato, non si può negare come il «mostro» madrileno sia meno invulnerabile di altre occasioni. Lo stato del roster, d’altronde, è noto. Fuori Sergio Llull, credibilmente sino a 2018 inoltrato. Fuori Ognjen Kuzmic, sino alla prossima stagione. Fuori Anthony Randolph, almeno sino a metà novembre. E fuori anche Threy Thompkins, due gare in Acb ad inizio ottobre, e probabilmente disponibile dal prossimo fine settimana.

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Poco da ridere per Pablo Laso, che dopo il ko in Supercopa ha inanellato sette vittorie su sette gare ufficiali, dividendo il primato in patria con il sorprendente Fuenlabrada. 99-85 il finale di domenica contro Malaga (che segue il lussureggiante 82-69 al Cska del 19), con 29 punti e 5/7 di uno scatenato Jaycee Carroll, un 35-26 a rimbalzo e un attacco che ha prodotto 18 conclusioni in più da 2 (41 a 23, con 16 viaggi in lunetta) pur con una produzione lunghi di soli 20 punti. Nel conto vanno anche inseriti i 6 di Dino Radoncic e la virgola di Jonas Maciulis, entrambi utilizzati da “4”. Da segnalare i 18 punti, 6 rimbalzi e 5 assist di Luka Doncic.

Olimpia che dal canto suo ha vissuto un lunedì di ricorsa, con riunione tecnica, allenamento e partenza per la Spagna nel giro di poche ore. Servirà controllare il ritmo, dunque attaccare con intelligenza senza troppo forzare, in modo da non scatenare il contropiede di casa. Questa la lettura di Simone Pianigiani mentre Jordan Theodore, dopo la promessa di maggiore impegno post-Fenerbahce, accentua l’attenzione sull’aspetto difensivo. Rallegrano, rispetto alla gara con Brindisi, il mantenimento sotto i 30’ di Goudelock e dello stesso play macedone, con i 22’ di Cinciarini, i 22’ di Abass e i 13’ di Jefferson. Ormai ai margini Simone Fontecchio, credibilmente la seconda vittima della costruzione gerarchica di Pianigiani che ha già escluso Zoran Dragic.

Comunque ormai certi i 12 per Madrid: Andrew Goudelock, Vladimir Micov, Mantas Kalnietis, Kaleb Tarczewski, Andrea Cinciarini, Marco Cusin, Awudu Abass, Amath M’Baye, Jordan Theodore, Dairis Bertans, Arturas Gudaitis e Cory Jefferson. Davide Pascolo è rimasto in Italia ad allenarsi.

Alessandro Luigi Maggi

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