Nei giorni scorsi Gigi Datome e Nicolò Melli hanno rilasciato l’ultima puntata del podcast Afternoon, un prodotto eccezionale che ci ha accompagnato per tutta questa estate di Italbasket.
In questo appuntamento conclusivo, Nicolò Melli parla dell’amico con i compagni d’azzurro, con picco emozionale nel suo saluto finale.
«Spero sia sia uscito Gigi nella sua interezza. Per me, oltre a essere un compagno di squadra, è un grandissimo amico e adesso lo posso ammettere: dopo averlo preso in giro, mi dispiacerà non non vederlo più in spogliatoio»
Melli più volte ha ribadito il fatto che Datome potesse avere ancora qualche stagione nelle gambe, ma non è questo il punto: «C’è stato un rapporto particolare, qualcosa che va al di là della pallacanestro e che, come ci siamo detti più volte in questi giorni, non è facile da trovare. In generale nella vita, ma soprattutto in un ambiente competitivo come quello dello sport».
C’è anche la condivisione di un dolore sportivo, la mancata presenza di Gigi Datome a Tokyo: «Ho provato veramente sulla sulla mia pelle, come fosse una cosa mia diretta, il dispiacere che ha provato Gigi l’estate della delle Olimpiadi. Perché io so quanto Gigi volesse partecipare a una rassegna così importante con la nazionale che lui ha indssato e ha rappresentato da quando era ragazzino».
Un sogno che non è andato a compimento: «Anche perché gli ho sempre detto “Gigi, io ti porto in finale, poi poi ci pensi tu”. Ci dividevamo così i compiti, è sempre stato così, perché lui non si presentava quasi mai nei quarti di finale o in semifinale. Io facevo il lavoro sporco e poi lui in finale faceva il resto. La dimostrazione è arrivata anche in questa ultima finale scudetto».
Torna il concetto dell’azzurro: «Lui mi ha passato questo amore viscerale per la maglia azzurra che, lo ammetto, non ho avuto nella stessa dimensione sin da subito. Mi è stata passata vedendo lui, vedendo i sacrifici che ha fatto, vedendo i rischi che si è preso anche, sacrificando anni importanti della sua carriera solo per essere in Nazionale. Ecco, così facendo lui mi ha trasmesso questo amore che io cercherò, dal prossimo anno quando raccoglierò la sua eredità di capitano, di trasmettere a ai miei compagni di squadra».
Poi arrivano immancabili le lacrime: «L’ultima cosa che voglio dire a Gigi da compagno di squadra di squadra, perchè da domani saremo solo amici, è semplicemente grazie».