Luca Banchi, ct della Lettonia, ha rilasciato una lunga intervista al QS. Si parla degli alti e bassi del lavoro di coach.
«La nostra è una professione che ci abitua a picchi di esaltazione e ad altrettanti momenti di delusione, però effettivamente ho vissuto e sto vivendo un momento straordinario della mia carriera, soprattutto perché mi sento realizzato per il compito che mi era stato affidato, ovvero di riportare l’entusiasmo per il basket in Lettonia e soprattutto la Nazionale agli standard che merita».
«Sono arrivato qua due anni e mezzo fa in un ambiente che stava vivendo un forte stato di prostrazione. Dal 2017 la Lettonia mancava dai Mondiali, qui i giovani talenti, e ce ne sono, vanno via prestissimo. Il basket insomma aveva perso di interesse. Abbiamo incominciato a lavorare dal basso, andando a vedere partite anche nei campi di provincia e fare camp e clinic con il mio staff anche nelle piccole realtà, e alla fine siamo riusciti nell’obiettivo. Ma non mi sento affatto un eroe nazionale».