Gaetano Gorgone di backdoorpodcast.com torna sulla grande stagione di Malcolm Delaney a Kuban, quando con la squadra di Bartzokas centrò la qualificazione alle Final Four di EuroLeague, giocando poi una grande semifinale con il Cska.
Ecco alcuni passaggi:
Sento spesso dire, parlando di Olimpia, che “se Delaney si avvicina ai tempi del Lokomotiv, Milano è a cavallo”, ebbene è il momento di confermare la veridicità dell’affermazione. Il nuovo arrivato in casa Armani, durante i suoi due anni al Lokomotiv Kuban, dal 2014 al 2016, ha attraversato quello che gli americani chiamerebbero come il suo prime, ovvero il momento della propria carriera in cui ha reso maggiormente a livello prestazionale.
In particolare, volendo individuare il suo peak (l’apice assoluto), si può indicare la sua seconda stagione in Russia, quella disputata nel 2015/16, in cui ha chiuso la Regular Season di Eurolega nel miglior quintetto della competizione e ha raggiunto con i suoi le Final Four. Un anno di grazia difficilmente replicabile, ma avvicinabile, nonostante più di quattro anni di distanza, e in mezzo i passaggi in due continenti, oltre all’avventura al Barça dello scorso anno.
C’è da dire che a Kuban era stato costruito un roster che girava alla grande, il quale si arrese soltanto al CSKA campione alla fine e che poteva contare su gente del calibro di Randolph, Broekhoff, Claver, Singleton, Janning e Fesenko, oltre all’attuale numero 23 biancorosso, che fu autore di qualcosa che da quelle parti ricordano ancora.
In EL segnò 16,3 punti ad allacciata di scarpe, tirando con il 45,3% dal campo su 10,8 tentativi a gara e con il 40,2% da tre su 5,6 tiri presi, percentuali che ha superato soltanto al Barcellona, dove ha registrato volumi di tiro decisamente minori. Fioccarono anche i career highs, fissati con il Loko per punti (31 contro il Cedevita), assist (11 contro il Karsiyaka, oggi Pinar) e palle rubate (4 contro il Baskonia), tra i più importanti. Non mancarono le serate e i momenti da ricordare, come i 47 punti, l’8/15 dall’arco e il 17/18 ai liberi, delle due sfide di F4 a Berlino, o la sua striscia di fuoco ad OAKA, con 20 punti in 5 minuti nell’inferno verde.
Watch how how @foe23 scored 20 points in just 5 minutes in @lokobasket victory over @paobcgrhttps://t.co/GkxVs6WTEW
— Turkish Airlines EuroLeague (@EuroLeague) November 20, 2015
Malcolm Delaney, in quelle 31 uscite europee, la passò come mai aveva fatto in carriera, mantenendo una media di 5,5 assist per game, con delle statistiche di AST/TO e Assist Ratio paragonabili soltanto a questa stagione sotto Pesic, dove di assist ne ha distribuiti 4,8 ogni match.
La shooting chart dei suoi diretti avversari in Eurolega nel 2015-16, evidenzia qualche difficoltà nel difendere al ferro, oltre a quanto evidenziato prima (fonte InStat). Le sue difficoltà pratiche stanno in qualche lettura sui blocchi, sui close-out e sui tagli.
Nel video che segue, potete osservare come capita che sia in ritardo sul tiratore, magari per errori nelle rotazioni precedenti, ma riesca ad uscire a contestare, sebbene talvolta lo faccia con troppa irruenza. Sempre di seguito, è evidenziato come le difficoltà maggiori siano in mismatch e sui pick&roll avversari.
Un sintomo della fiducia acquisita da Delaney al Lokomotiv sono le sue percentuali ai liberi. Altro career high personale con l‘85,1% su 174 tentativi, frutto di una capacità spiccata di subire fallo.
Tuttavia, nell’ultima annata in Spagna, questi dati sono scesi: solo 63 liberi tentati in 26 gare di Eurolega, mandati a bersaglio con un anomalo 68,3%.
Articolo che condivido in toto e aggiungo che oltre ai numeri sono sicuro che Delaney ci saprà deliziare con le sue giocate e ci regalerà tantissime emozioni