Luigi Datome: In Turchia anni intensi, volevo vincere da protagonista

Luigi Datome è stato ospite di Lorenzo Dallari a Fantini Club, I campioni si raccontano. Il neo acquisto biancorosso ha parlato di Fener, Barba e Melli

Luigi Datome è stato ospite di Lorenzo Dallari a Fantini Club, I campioni si raccontano. Ecco alcune sue dichiarazioni:

Sono stati cinque anni intensi in Turchia, belli, perchè da protagonista non avevo mai vinto. Abbiamo centrato nove titoli, mi sono divertito molto

La barba? Me la taglierò quando non mi piacerà più. Attualmente non mi vedo senza

Nicolò Melli? Quando ha giocato in Nba, quest’anno, ha giocato bene. Ora vivrà una situazione strana a Orlando, ma sino ad ora ha fatto quello che doveva fare. Tra me e lui c’è un bellissimo rapporto, siamo davvero amici

5 thoughts on “Luigi Datome: In Turchia anni intensi, volevo vincere da protagonista

  1. Giusto per chiarire, che Datome è andato prima in NBA, cioè il meglio del meglio del basket mondiale, e poi al Fener, cioè il meglio TRA il meglio del basket europeo, ovvero il secondo subito dopo l’NBA, per vincere, come ha vinto, da protagonista, secondo le parole sue e del suo allenatore, il più vincente in Europa, Zeljko Obradovic.
    Lo sottolineo perché tra le tante cazzate contro Datome, ho letto che avrebbe “rifiutato” Milano.
    Poveri coglioni, non ha rifiutato Milano, è bene che lo digeriate, ha scelto il meglio del basket mondiale.
    E i fatti gli hanno dato ragione!
    E se ora è a Milano, un motivo ci sarà…

  2. A me non interessa se ha giocato in NBA o al Fenerbahce e in ogni caso che abbia rifiutato due volte Milano é un dato di fatto non una mia opinione..io sono libero di esprimere una mia valutazione come sono libero di scegliere se mi piace o no come giocatore per cui per me deve meritarsi sul campo il mio affetto e la mia stima anche perché ti ricordo che non è venuto a giocare gratis anzi a 33 anni ha addirittura firmato un triennale praticamente si è assicurato la pensione 😂😂😂 sperando che il meglio non l’abbia già dato prima 😂😂😂 poi per la cronaca visto che a te piacciono i numeri tra Bargnani Gallinari Belinelli e Datome ci sarà un motivo se quest’ultimo è quello che ha giocato di meno in NBA (2 stagioni) e a breve anche Melli lo supererà 😂😂😂 chissà quante cose dovrai essere tu a digerire alla fine della prossima stagione 😂😂😂

  3. Io su Datome non sarei così tranchant, in entrambe le direzioni.
    Diciamo chiaramente che si è assicurato il contratto che tutti sognano nella fase “discendente” (non è in senso qualitativo) della carriera, e d’altronde è un professionista, ed il lavoro va sempre e comunque pagato, specialmente se offre qualità.
    Per quanto mi è dato di conoscerlo (a dirla tutta mi è capitato di parlarci a viva voce per qualche secondo, interviste a parte), non penso però che la parte economica sia quella che ha fatto pesare la bilancia.
    Datome, a parte la caratura tecnica sulla quale si possono avere differenti approcci, è una persona che ha sempre ragionato in termini di progetto, sportivo ed umano ( piccola nota: forse vivere ad Istambul per 5 anni ha avuto il suo peso, come ad esempio penso che Della Valle la decisione di rinunciare a vivere a Berlino la rimpiangerà tutta la vita, ma da un punto di vista umano prima che sportivo…).
    Quindi trovo naturale che un giocatore di basket provi l’avventura in NBA anche in mancanza di garanzie sul minutaggio e la centralità, come trovo assolutamente naturale che un giocatore della sua tempra umana e sportiva si sia legato al progetto e alla persona di Obradovic.
    La categoria del “tradimento” e dell’offerta rifiutata per me non spiega nulla nel campo dei rapporti umani, figurarsi nel campo contrattuale. Semplicemente Datome, in determinati momenti della vita, ha fatto scelte ponderate in senso progettuale, che hanno pesato a sfavore di Milano.
    Ora è di stanza a Milano, e sarà chiamato a dare un contributo in campo sia in termini tecnici, sia di leadership (ma anche in termini commerciali, perchè anche le magliette vendute fanno budget, sad but true…).
    Se penso alla complicata sopravvivenza dei panda nella jungla milanese, una cosa salta all’occhio: è dai tempi di Alessandro Gentile 2013/14, che un italiano non esprime leadership al Forum (ora non parliamo dell’evoluzione di Gentile, è un treno troppo complicato da far partire, ma di leadership ne ha espressa eccome).
    Una costante degli italiani in Olimpia è stata proprio quella di essere e sentirsi gregari, di non prendere in mano le redini emotive di una partita: quanti italiani con mezzi tecnici anche notevoli abbiamo visto in campo con lo sguardo sperso nei momenti di difficoltà, per rivolgersi ai numi tutelari stranieri? Più o meno tutti ( e quanto mi dispiace per tanti di loro, primo fra tutti Dada Pascolo, confesso di essere mezzo trentino, e per me vederlo in maglia Olimpia è stato un sogno che si realizzava).
    L’unico che ha sempre manifestato un minimo di personalità è stato il capitano Cinciarini (Hackett è rimasto vittima della movida milanese, Melli non ha caratteristiche da leader, anche se lo ammiro come giocatore): ma sinceramente, qualcuno riesce a visualizzare il Cincia che prende per le orecchie Hines, Delaney o Micov quando abbassano il livello della tensione agonistica?Suvvia.
    Penso che Datome invece verrà ascoltato, ed è stato pensato nel roster non solo per le qualità tecniche, ma anche per essere la punta di una base nazionale credibile (base nazionale che esiste in tutte le grandi squadre da potenziale F4, e che ha un peso molto più decisivo dei nostri panda).
    Quindi a me pare che il motivo per cui Datome sia a Milano è di natura tecnica, umana, sportiva: tutte queste motivazioni hanno un loro peso, noi godiamoci il fatto che un giocatore con una massa celebrale funzionante, abbia preso questa decisione, spero funzioni anche la tenuta atletica nel corso del tempo, che ne abbiamo bisogno, e che venga sfruttata nella maniera adeguata.
    Poi, se Moretti sotto la sua ala protettrice diventerà un Cinciarini o un Datome bis, chissà: the future is unwritten…

  4. Grazie Marco, bellissimo commento che condivido in toto, compresi gli spunti interessanti su Gentile e Hackett e Melli.
    Credo che tu abbia centrato il punto sulla logica di avere Datome.
    Dire che sarebbe stato bello averlo 5 anni fa è pura teoria, diciamo che con l’assetto societario di ora sarebbe stato possibile lasciare intatto l’impianto dello scudetto e inserirci Gigi. La storia sarebbe stata diversa ma la storia non si fa con i se e i ma.

    Grazie ancora per aver parlato di basket lasciando da parte battibecchi non interessanti, ne abbiamo bisogno 😉

  5. Grazie a te, Tom. Poi sui contenuti si possono avere approcci diversi, ma sul metodo ci siamo intesi. E, tra l’altro sono convinto che, condividendo un metodo comune, tutti gli utenti che ho avuto modo di leggere possano avere contenuti interessanti da proporre, ma proprio tutti.

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