Buongiorno Olimpia, la rubrica quotidiana di cui non si sentiva il bisogno che ci accompagnerà ogni mattina al risveglio in questa fase pre-estiva.
I giocatori chiedono di essere pagati all’80% del loro contratto quando hanno giocato per il 65%. Vedremo chi riderà per ultimo
Dimitris Giannakopoulos
Premettiamo che la politica del compromesso e del dialogo, voluta da Ettore Messina in stile Giorgio Armani, è l’unica che può sortire effetti. Dunque un cambiamento, un miglioramento.
Ma lasciateci dire, Dimitris Giannakopoulos (il cui film autobiografico verrà interpretato da un ologramma di Al Pacino) ci regala sempre vibrazioni, pur rappresentando, per il resto, tutto quello che nello sport non ci dovrebbe essere. Passione a parte.
I giocatori non devono essere gli unici a pagare questa emergenza? Ok. In caso di ripresa devono aver la possibilità di allenarsi il giusto per evitare infortuni? Ok. Sono rientrati in patria, e dunque potrebbero aver qualche problema a raggiungere i loro club? Eh…
Tanti “ma” e pochi “devo”. Tanto “chiedere” e poco “dare”. I giocatori devono avere una voce che li rappresenti e li tuteli, ma tutti, nel nostro lavoro, abbiamo delle responsabilità. Questo vale anche per loro.
Una domanda sola: quanti di voi, cari lettori, possono rispondere ai loro datori di lavoro “scusa, sono rientrato in patria, non posso tornare, prima la salute”? Chiediamo, e non per un amico.
PS. In questo caso, nessun riferimento al mondo Olimpia Milano. Nessuno ha pianto, alcuni tesserati hanno lasciato l’Italia solo dopo via-libera del club. Questa è condivisione.