Arturas Gudaitis è uno degli uomini chiave dell’Olimpia Milano, ma la strada per arrivare in biancorosso è stata lunga. Il centro lituano ha raccontato la sua storia di vita, come è nato l’amore per il basket e come poi è diventato professionista. Il lungo è nato nel 1993, da una famiglia di sportivi, però non legati alla pallacanestro.
Arturas Gudaitis e la famiglia di lottatori
Suo padre e suo nonno erano lottatori e quella poteva essere la sua strada: “Mio nonno Jonas era un lottatore di greco-romana in Unione Sovietica – le sue parole al sito dell’Eurolega – Era un ragazzo molto forte e viveva in Lituania, nella mia città Klaipeda, perché era un grande patriota. Non so molto da lui, perché non gli piace parlarne troppo, ma le persone attorno a lui lo rispettano e mi hanno raccontato delle sue vittorie e del rispetto ricevuto in URSS“.
Le stesse orme seguite poi dal padre: “Ha seguito i suoi passi, ma è stato più facile perché i tempi erano diversi e la vita era migliore. Con l’indipendenza della Lituania, non ha combattuto in un paese così grande come la Russia ed ha vinto molti campionati nazionali. Anche lui non parla molto della sua carriera sportiva, sono gli altri a farlo“.
Tuttavia, ha dovuto fare molto sacrifici: “Era comunque un periodo difficile in Lituania, i lottatori non erano ben pagati. Quindi, per aiutare la mia famiglia, usciva di casa la mattina presto e tornava a tarda notte, dopo una lunga giornata di lavoro. Era un tassista, mentre si dedicava al suo sport. Non ho visto troppo mio padre, ma ha fatto del suo meglio per me“.
Arturas Gudaitis | Il rapporto con il padre
Il rapporto è sempre stato molto solido: “Quando ero bambino e crescevo, lui è stato duro con me, ma in senso buono. Per farmi crescere come un uomo, come un vero guerriero. Sia mio padre che mio nonno sono uomini forti, erano lottatori dei pesi massimi. Sono geneticamente veramente grandi e forti“.
Ma la passione è stata subito un’altra: “Da bambino andavo a vedere mio padre mentre si allenava, ma non credo di averlo mai visto combattere in un incontro. Gli sarebbe piaciuto diventassi anch’io un wrestler, ma crescendo è nata la passione per il basket ed è aumentata ogni giorno di più. Mi ha aiutato a sviluppare la mia passione, era sempre con me e devo ringraziarlo, perché molte volte i padri costringono i loro figli a fare lo sport che loro preferiscono“.
“Mi ha insegnato come essere uno sportivo e questo non riguarda solo le prestazioni. Devi rispettare le persone che sono nella tua stessa squadra, chi ti aiuta ad essere migliore. Questo significa molto per me. Sono sempre duro con me stesso, perché non voglio deludere le persone che si fidano di me. Questa è la lezione principale che ho preso da loro, a partire da quando ero bambino“.
Arturas Gudaitis | Il basket e la lotta
Il ruolo di Gudaitis lo porta a fare un paragone tra basket e lotta: “Ci sono somiglianze tra i due sport. Devi resistere contro giocatori, di 110 o 120 chili, che combattono con te vicino a canestro per un rimbalzo o per prendere posizione. Penso si possano confrontare alcune cose, anche se molti potrebbero non pensarlo. In altre parole, devi essere un guerriero“.
Quello che è in campo, quando veste la maglia biancorossa: “I miei familiari sono entusiasti della mia carriera. Mi supportano molto. Hanno iniziato a seguire le partite quando sono diventato un giocatore di alto livello ed ora guardano tante partite di Eurolega. Sono diventati grandi tifosi di basket. Mio padre viene anche a Milano, mio nonno no perché è molto anziano“.
Grazie Guda ma oggi ci sono cose più importanti. Si è fermata saggiamente la NBA perché non fermare l’Eurolega? Si deve fare!