Il ciclone-Messina si abbatte su Milano e va ben oltre alla conferenza fissata per oggi alle ore 15 al Medionalum Forum d’Assago. Il coach catanese già martedì ha dato il via alle sue «basketball operation» nella sede del club, incontrando giocatori e dirigenti. Testimoni raccontano di un uomo «carico» e «determinato» per quella che è l’ultima, grande missione della sua carriera.
Sarà un lungo percorso di reciproca conoscenza, quello tra Ettore Messina e l’ambiente Olimpia Milano, retto dal naturale entusiasmo che accompagna ogni rivoluzione in atto. Una rivoluzione, come detto, che si abbatterà sul club come un vero e proprio ciclone.
Ciclone Ettore Messina, le parole di Flavio Tranquillo
Bisognerà comprendere, e per farlo realolimpiamilano.com ha contattato il giornalista di Sky e scrittore Flavio Tranquillo, uno dei più profondi conoscitori della materia cestistica e della materia Messina. Queste le sue parole per noi:
«Ho sempre pensato che le doti manageriali di Ettore fossero potenzialmente speciali. Mi pare di capire che l’Olimpia gli chieda di dispiegarle a tutto tondo, e sono curioso di vedere se per una volta avevo ragione. Posto che il manager sportivo non è il mago che scova i giocatori che lo fanno vincere sempre ma un professionista che costruisce una cultura organizzativa».
Cultura organizzativa, questa la missione che Ettore Messina dovrà in primo luogo sostenere, e che in molti hanno dimenticato in questi primi giorni concentrando ogni analisi su gioco e mercato.
Ciclone Ettore Messina, il concetto di leader in campo
Fissato questo primo principio, si può anche andare oltre, e qui Flavio Tranquillo ci corre in aiuto come co-autore, nel saggio scritto dallo stesso Ettore Messina nel 2012: «Basket, uomini e altri pianeti».
Abbiamo isolato alcuni passaggi, che ora proponiamo rapidamente. Partiamo dal mercato, da quella che sarà la prima ricerca necessaria:
«Vedendo Fischer e Kobe (nel saggio Messina racconta la sua esperienza ai Lakers, ndr) mi convinco sempre di più dell’importanza di poter contare su leader che si facciano portatori di un certo tipo di cultura del gruppo».
Principi che vanno ben oltre la tecnica o le statistiche. Il leader deve avere qualità che partono in primo luogo da condivisione e coinvolgimento. Questo ad esempio un confronto tra Ettore Messina e Kobe Bryant:
«Siete uguali (con Danilovic, ndr), ogni tanto fate sentire tutti delle nullità guardandoli con aria schifata, e così i compagni hanno paura di non passarvi la palla».
Un discorso simile, al Forum, potrebbe risuonare nelle orecchie di Vladimir Micov, opinione personale. E allora, se abbiamo parlato del serbo, restiamo sull’individualità. Cosa potrebbe dire Ettore Messina a Mike James? Ritorniamo su «Basket, uomini e altri pianeti».
I Lakers sono in quel momento tra le primissime squadre Nba per incidenza degli attacchi in isolamento: «Il che va ricondotto all’eterna tentazione di dire al miglior attaccante del mondo “fai tu” alla prima difficoltà, cosa tutt’altro che ideale per lui e per noi».
E ancora:
«Prima o poi però, leggi playoff, le difese avversarie non saranno più disposte a concederli (riferimento ad una gara di 48 punti di Bryant, ndr) su base continuativa. Per allora dovremo quindi poter contare su un robusto piano B».
NB. Sia chiaro, i nostri sono spunti. I giocatori non sono tutti uguali, così come gli uomini, e anche gli approcci non possono essere tutti uguali.
Ciclone Ettore Messina, essere un coach
E qui entra in gioco l’allenatore. Ecco alcuni assunti fondamentali.
«La gara (contro i Bulls, ndr) conferma la mia impressione che il loro allenatore Tom Thibodeau sia uno vero. E quando l’allenatore è così, la sua squadra sa cosa fare, attacco e difesa».
E quale deve essere il ruolo di un coach? «Il coach deve dare un contributo nella formazione della squadra, organizzarne l’attività nel quotidiano con gli allenamenti e poi portarla alle partite pronta ad affrontare le diverse situazioni che si possono presentare».
E questo è figlio di un duro lavoro, anche di riflessione e modellamento su caratteristiche che possono essere diverse dalle premesse: «Per me il coach è un sarto, chiamato a cucire il miglior vestito possibile per quel fisico, o squadra che sia». Attenzione: «Non chiedetemi di fare del pret-à-porter perchè non fa per me».
Ciclone Ettore Messina, sarà l’Olimpia di Ettore Messina?
Piccoli spunti, nati da un’attenta lettura di un saggio, che possono dare solo una piccola immagine di quel che sarà il ciclone, con tutte le differenze del caso, visto che allora a parlare era il Messina-coach, non il Messina-presidente. Oggi sarà difficile non cadere in una tentazione che accompagnò l’ambiente madrileno all’arrivo di Messina:
«Fin dal momento della firma del contratto la squadra è stata battezzata come “il Real Madrid di Messina” e onestamente ne avrei fatto a meno».
Messina è certamente un buon coach, vincente. Credo che questo sia garanzia che lo spogliatoio dovrà essere unito. In altre parole: che non è d’accordo, se ne vada pure…. Certo non bisogna cadere nella tentazione di mandare via gli “antipatici”, soprattutto se devi pagarli ancora per uno o due anni, anche perché poi li devi comunque sostituire con qualcuno di valido. Il lavoro relativo alla costruzione del Gruppo è dunque fondamentale. Passando oltre alle individualità ed allo spogliatoio, credo che Messina possa davvero lasciare un’impronta importante dal punto di vista organizzativo e manageriale, specie se la società sarà davvero disposta a cambiare, organizzandosi in maniera più professionale, vagamente ispirata dalla NBA. Siamo in Italia, la cultura è diversa, il basket non è certo lo sport nazionale, ma alcuni piccoli ritocchi che Messina potrà dare, ispirandosi agli ultimi anni in USA, saranno importanti e produrranno certamente molto. E, a proposito di soldi: attenzione a spenderli bene. Ho letto di nomi (anche a livello societario) che sarebbero legati da contratti con altri club. Spendere troppo in “penali” potrebbe non essere una buona idea.