Renzo Bariviera, nel corso della sua carriera, ha vinto tre scudetti, una Korac e due Coppe delle Coppe con l’Olimpia Milano. Il 21 maggio 1970 segnò in gancio nel primo successo Mondiale contro gli USA, ed era in campo anche nel 1978, la seconda e ultima vittoria proprio in quel di Manila.
Bariviera ha ricordato quegli anni con Repubblica.
SU QUEL GANCIO
«Tutti ricordano quel tiro, ma la vera prodezza la fece Flaborea nel recuperare in tuffo una palla quasi persa. Dopo quel tiro ero frastornato, ricordo un rumore enorme e tutti i miei compagni che si abbracciavano. Io avevo fatto tutto quello? Io che ne sapevo più di ciclismo che di basket».
SU QUEGLI ANNI
«Sì, ma allora non lo sapevo. Gli americani non avevano ovviamente la loro squadra migliore, ma c’era un giovanissimo Bill Walton. La Fiba non era contenta, gli Usa in quegli anni snobba il torneo e mandavano regolarmente giocatori di college. Ma il nostro Mondiale vero erano gli Europei e le nazionali forti del tempo erano l’Urss e la Jugoslavia. L’Urss per la struttura dei giocatori, la Jugoslavia per il talento. Noi ce la giocavano, spesso perdevamo di pochi punti, a volte vincevamo»
SULL’ITALIA DI OGGI
«Mi piace tantissimo perché ha uno stile di basket simile al nostro di allora: tanta difesa e tanta capacità di coinvolgere tutti nel gioco, di trovare soluzioni logiche, di cercare sempre il punto debole dell’avversario. Come una goccia che scava la pietra. Pozzecco è stato bravissimo nel trasferire la sua carica a tutti. Si vede da come stanno in campo e da come si abbracciano durante e dopo».