Olimpia Milano-Fenerbahce, 5 domande 5 | In campo per la faccia, più che per il risultato

Olimpia Milano-Fenerbahce, nel pieno del profondo rosso. Quando piove sul bagnato… citando Nicolò Melli. Ecco le 5 domande 5 della vigilia

Olimpia Milano-Fenerbahce, nel pieno del profondo rosso. Quando piove sul bagnato… citando Nicolò Melli. Ecco le 5 domande 5 della vigilia.

Giovedì si attende un segnale al Forum. Arriverà?

«Inutile attendersi qualcosa, solo i giocatori sanno cosa ci sia nelle loro teste. Cosa non vada. Se Zalgiris e Virtus hanno perdonato Milano praticamente sino alla sirena, l’Efes non ha avuto pietà ed è volato a +30. Il Fenerbahce, oggi la migliore della competizione per distacco, parte da un +50. C’è una montagna da scalare».

Ettore Messina ha evitato di parlare di “basket” nella preparazione della vigilia. Da cosa deve partire questa Milano?

«Dalla difesa. Sempre e solo dalla difesa. E’ la cultura di questa squadra. Chi è arrivato in estate si deve sentire investito da questa cultura, che ha reso l’Olimpia un’eccellenza. Difendere, comunque, senza sciogliersi al primo soffio di vento contrario. In attacco, fondamentalmente, le idee ci sarebbero anche, ma vengono meno quando l’avversario inizia a segnare. E’ come se l’avere la palla in mano fosse una forzatura. E allora si giochi in leggerezza. Questa squadra mica doveva correre? Che corra».

Non è un controsenso parlare di cultura quando in sala stampa si usa la parola “vergogna”?

«No, perchè quella cultura è stata scalfita da prestazioni prive di cuore. Domani si gioca per la “faccia”, non per il risultato, che comunque avrebbe anche un suo peso. A chi da oggi è rientrato in quella palestra, consiglio di prendere in mano l’antologia di Olimpia Milano. Nel 1981-82 una squadra data per bollita perse di 45 con Pesaro. Alla fine arrivò la seconda stella. Studiare, per trarre ispirazione».

Quali possono essere i punti su cui costruire l’impresa?

«L’Olimpia segna 20 punti in meno a gara del Fenerbahce, che ne incassa 1.4 in più. Punti per costruire l’impresa? Non c’è alternativa, bisogna essere diversi. Energici in attacco al ferro, scoppiettanti al tiro per vivere di parziali, e “scafati” nel pitturato per avere la meglio sulla fisicità di Johnathan Motley. Infine, ripartire da chi ci crede: Naz, Melli, Hines, e per certi versi anche Davies».

Il Fenerbahce sta sorprendendo?

«Fino ad un certo punto. Hanno fatto il mercato più “costoso” d’Europa, dopo aver vissuto un paio d’anni a ritmo più controllato. Itoudis ha rivitalizzato Calathes, che solo Jasikevicius non sapeva usare. E utilizza Wilbekin da guardia, in modo da esaltarne le doti offensive senza renderlo al tempo stesso troppo totalizzante. Forse, è quello che dovrebbe fare anche Milano con Pangos».

11 thoughts on “Olimpia Milano-Fenerbahce, 5 domande 5 | In campo per la faccia, più che per il risultato

  1. Non ci sono elementi per ipotizzare una gara equilibrata. Possiamo (e dobbiamo) difendere duro, ma se segnamo meno di sessanta punti quando mai potremo vincere?
    Io spero non sia un’altra imbarcata. Mi accontenterei di giocarcela sino a qualche minuto dalla fine. Ecco: questa sarebbe una vittoria.
    Forza Olimpia

  2. immagino che nel 81/82 non ci foste e parliate per sentito dire. quella squadra ne prese 45 da pesaro ok ma era una squadra che al completo ruotava 7/8 giocatori al massimo, nei play off Dantoni, Gianelli, Premier, Meneghin, Ferracini ,Franco Boselli, Vittorio Gallinari, Lamperti non giocava praticamente mai.Senza Meneghin e Franco Boselli in pratica giocavano in 5 col Gallo, che non segnava mai ma proprio mai anzi manco tirava e Lamperti a dare fiato a…chi? Skansi invece già ruotava 8 o 9 giocatori. rientrati gli infortunati la musica cambiò completamente. il paragone con quella squadra e quella situazione c’entra niente.Nell’81 non si potevano tesserare più di 2 stranieri, Dantoni ancora non era stato naturalizzato.l’Olimpia di oggi ha 17 giocatori a rooster ed anche in piena emergenza ne lascia sempre qualcuno a casa e qualcun’altro seduto.

    1. Corretto, senza contare che quella squadra era costruita su una leadership di ferro e guidata con polso dall’asse Peterson-D’Antoni-Meneghin, in perfetto allineamento e sincronia (più spesso che no) nei momenti difficili. Allineamento e assi che al momento sono precari se non inesistenti. Parlo da dinosauro (oggi) che in quegli anni giocava per le giovanili Olimpia, quindi diretta vita vissuta di un’epoca meravigliosa, parlando di cuori biancorossi….

  3. partire con Pangos da guardia può essere un’idea.
    e Melli da 3? con Hines e Davies a ricoprire i ruoli di lunghi? Già fatto e si può riproporre

  4. E il play chi lo fa:: Baldasso?
    Difficile fare rotazioni quando hai due soli play spendibili, in EL.

    Secondo me è impossibile confrontare il basket di 40 fa con quello attuale. Ho tifato simac, c’ero anche io. Ma mi sembra un altro sport, per certi versi.

    1. Messina continua ad acquistare Ali Piccole,dopo shields, datome, Thomas e alviti è arrivato anche il francese.
      Purtroppo non ha ancora capito che i problemi sono ben altri :
      1)PLAY
      NML non lo fa giocare da Play, Baldasso non lo fa giocare proprio, quindi c’è solo Pangos che tra l’altro fa schifo, quindi NON ABBIAMO PLAY!!
      2)CENTRO
      Hines è chiaramente bollito,d’altronde è comprensibile avendo 36 anni, BILIGHA non lo fa giocare, quindi c’è solo Davies che tra l’altro fa schifo, quindi NON ABBIAMO CENTRI!!
      MESSINA…SVEGLIA!!

      1. Purtroppo il commento su play e centro è abbastanza condivisibile soprattutto analizzando i fatti. Le prime 3 partite di EL le abbiamo vinte sul carattere della vecchia guardia ma da sola non poteva durare ed infatti sono usciti i problemi attuali. Per forza viene spontaneo il confronto chacho – pangos e purtroppo c’è un abisso soprattutto per quanto riguarda la personalità: pangos sembra un pulcino spaesato altro che play nba. E la personalità ti serve per uscire anche da queste situazioni. Lo ricordo poco ma mi pare impossibile sia stato primo quintetto di EL cioè miglior play di EL! Davies più che un centro è uno leggerino, d’accordo non rimpiango tarcisio ma non ci siamo. Per carità è facile parlare col sennò di poi ma quello che si vede è questo. Fra tutti i problemi quello che vedo principalmente è la fonte del gioco … adesso è fuori anche sotto Baldasso magari ha un po’ di “palle” in più ed il prossimo anno da evitare certi errori almeno fino a smentita. Hynes purtroppo è in calo nonostante non giochi in Italia voleva ritirarsi alla fine dello scorso anno e col senno di poi avrebbe fatto bene, non è quello dello scorso anno e meno ancora quello di 2 anni fa non ha colpe è l’età. Mi ha fatto tenerezza la schiacciata in testa che ha preso da Klyburn pur avendo preso la palla, scommetto che fino allo scorso anno Klyburn avrebbe sbattuto contro un muro … e invece.

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