Vincenzo Di Schiavi, firma de La Gazzetta dello Sport, analizza il confronto tra Olimpia Milano e Virtus Bologna. Un confronto che, in classifica, non esiste ad oggi.
«Colpa di Milano che stenta come non mai. Chimica, gerarchie e quintetti sono tutti da costruire. Messina non è uomo da alibi facili. Non vuole sentir parlare di infortuni o stanchezza. Ha ragione: a ottobre il tema non regge. Ora la sua Milano vive sul talento individuale di poche eccellenze e sconta la dimensione troppo marginale di chi vive da gregario senza (in teoria) esserlo. La forbice è troppo ampia in questo senso. Una sindrome inspiegabile, ma già vista nella piazza più complicata d’Italia».
Nel suo articolo sulla gara il giornalista commenta così:
«Non fa nomi il coach dell’AX, ma il rendimento di troppi giocatori latita. Non si può pensare che Rodriguez, Micov e Scola possano sempre risolvere tutto da soli. L’argentino poi ha mandato il primo segnale: non può reggere due partite a settimana. Va calibrato, dosato. Ma è necessario che le alternative escano dalla mediocrità. Vlado e il Chacho restano, al momento, le uniche certezze. Sono loro a guidare la rimonta che, grazie anche alla zona, frutta un mega parziale di 25-8 che vale il -1 (81-82). Il play spagnolo conferma ancora una volta tutta la sua classe: 28 punti, 7 triple, 5 assist e 30 di valutazione. Vederlo giocare è una libidine ma, senza il coro, la sua splendida sinfonia non serve a nulla»