E’ un’Olimpia reduce da tre vittorie in fila, mai successo nella New Era di EuroLeague, quella che questa sera ospiterà al Forum il Cska. «The Ultimate Challenge» il nome della sfida, perché ad Assago arriva la squadra che più di ogni altra ha segnato l’ultimo ventennio cestistico del basket europeo. Divoratrice di stagioni regolari, cui troppo spesso è mancato il colpo del ko.
Una sola favorita, ovviamente. L’Olimpia è 11-1 in stagione, battuta dal Real Madrid ma con tanti aspetti su cui ancora lavorare. Le vittorie con Khimki e Anadolu Efes hanno raccontato di una squadra in grado di trovare sempre le risorse (Mike James) per la vittoria (quel che è mancato un anno fa), ma senza la capacità di dare continuità alle «spallate» caratterizzanti di una partita.
Con il Khimki l’incapacità di opporsi al p&r centrale ha vanificato quanto di buono fatto in marcatura sul pallone con Alexey Shved, con i turchi è stato sciupato un +15 ad inizio secondo quarto e un +14 a fine terzo. Errori capitali non scontati, figli di una carenza di letture nei momenti in cui la difesa avversaria alza il ritmo, e la lucidità viene meno.
Mike James è stato additato come «croce e delizia» del tutto, ma diventa difficile anche solo accennare processi a chi viaggia a 34’ di media con 19.2 punti e 6.2 assist. La coesistenza con Nemanja Nedovic (assente anche questa sera, la condizione dell’adduttore sinistro merita cautela, con il giocatore che avrebbe comunicato ad alcuni tifosi la speranza di esserci domenica con Reggio Emilia, ndr) è la chiave per concedere attimi di pausa «dalla regia» al prodotto di Lamar, aumentando contemporaneamente quella pressione difensiva che diventa innesco per un proficuo gioco in transizione, aspetto indubbiamente calato nelle ultime due uscite al Forum.
Resta poi il concetto del talento: perchè Mike James è giocatore che, come tanti fuoriclasse, va oltre i meri numeri dei tiri tentati e delle scelte azzardate, se poi diventa fattore determinante nei momenti chiave. Fuoriclasse, ancora, termine che certamente il numero 2 deve ancora guadagnarsi appieno. Ma, in certi casi, è meglio abbandonare vetuste e stucchevoli dottrine del gioco: chi vince ha sempre ragione? Sì, semplicemente perché non si capisce come possa aver ragione chi dal campo esce a capo chino. Lo sport è questo. Il resto sono chiacchiere.
Cska, che Simone Pianigiani presenta come squadra di p&r, con lunghi a tutto campo ed esterni di assoluto talento. Primo errore: i moscoviti non sono solo De Colo e Rodriguez. A Mosca brilla ormai da tempo anche la terza stella di Cory Higgins, 14.6 punti per 3.4 assist e 13.8 di valutazione media in EuroLeague. Giocatori in grado di fare sempre la differenza palla in mano, con due lunghi ministri della difesa (Hines e Kurbanov, quest’ultimo assente questa sera), un atleta dal grande talento come Will Clyburn (17 punti, 9 rimbalzi e 4 palle rubate contro l’Olympiacos), e un 4 in grado di aprire il campo come Alec Peters (10/18 da 3 nella competizione giocando 18’ di media), chiamato a coprire il progressivo crepuscolo anticipato di Andrey Vorontsevich.
Con Joel Bolomboy fermo da inizio stagione per problemi di passaporto, il lungo Semen Antonov, il play Mikahil Kulagin e e l’ex Siena Othello Hunter (fondamentale iniezione di fisicità e atletismo) chiudono un roster più limitato nei numeri rispetto alle massime rivali europee. Un peccato nella passata stagione, quando a Belgrado la squadra di Dimitris Itoudis arrivò a pezzi, ma anche una naturale conseguenza della formula di VTB, lega a 14 squadre (rispetto alle 16 di LBA e alle 18 di ACB), che permette anche allo stesso coach greco di schierare in sole due occasioni il Chacho (per 26’ di media) e in 3 Nando De Colo (17’). Il tutto non intaccando il record 11-0 in stagione.