FIBA, ok i contratti, ma come si può costringere le società a pagare?

In caso di chiusura della stagione, tutti gli accordi in essere dei club di LBA con gli atleti fino al 30 giugno sarebbero comunque validi. Ma chi paga?

Secondo quanto riportato dalla Prealpina, in caso di chiusura della stagione per l’emergenza coronavirus, tutti gli accordi in essere dei club di Serie A con atleti e staff fino al 30 giugno sarebbero comunque validi.

I contratti tipici dei club di A, infatti, non prevederebbero clausole di sospensione dei pagamenti in caso di forza maggiore come quelle contenute nel contratto collettivo NBA. 

I club di A, quindi, avrebbero la necessità di dover provvedere a transazioni individuali per provare a risparmiare qualcosa sulle 4 mensilità ancora dovute ai tesserati per la stagione corrente.

Tuttavia, le regolamentazioni contano quel che possono contare di fronte agli effetti di un’emergenza simile, che riguarda tutta Europa. Il giudice ultimo, per i giocatori che non percepiscono quanto pattuito, è la FIBA.

Tutte le federazioni della FIBA potrebbero chiudere la stagione anticipatamente, non avendo scelta ulteriore. I club, associati a FIBA, vengono già ora “mollati” da sponsor che non hanno visibilità in arene vuote e senza basket, e comunque colpiti dall’inevitabile crisi di questi giorni che li costringono a rallentare, se non chiudere l’attività.

Come si comporterà la FIBA di fronte ai suoi associati in una simile situazione? Produrre BAT in serie, senza sostenere i club, significherebbe ancora di più la morte per la federazione internazionale, lontana anni luce dalle esigenze dei suoi associati.

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