Olimpia Milano, il dopo-Maccabi tra Alen Omic, ritmo imposto e il Simone Pianigiani trollatore

Un successo fondamentale. Punto. E Simone Pianigiani trolla. Torniamo sul successo per 87-83 di Olimpia Milano di ieri sera contro il Maccabi Tel Aviv

Un successo fondamentale. Punto. E Simone Pianigiani trolla. Torniamo sul successo per 87-83 di Olimpia Milano di ieri sera contro il Maccabi Tel Aviv.

Alen Omic

Primo assunto. Milano ha bisogno di innamorarsi di questa Olimpia. Il percorso, iniziato due anni fa con l’ingloriosa (per il popolo) assunzione di Simone Pianigiani, e ben là da venire. Per fare questo servono fondamentalmente due cose: difendere, perchè la “Milano da bere” del basket ama “sangue e arena” da sempre (leggasi Bruno Cerella, ndr); e personaggi in grado di stimolare le simpatie con atteggiamenti anche sopra le righe. Alen Omic, nella sua naturale “aleatorietà” (non rientra nei piani per la prossima stagione, ndr), ha questo potere: dialoga con il pubblico, condivide emozioni, stimola naturale simpatia per il suo essere “strampalato”. Nella schiacciata su penetrazione di Mike James, nel terzo quarto, i suoi occhi stupiti sono “essenza”. Alen Omic non ha tiro, legge poco il gioco, non ha movimenti reali in post basso e non sfrutta neanche tutta la sua forza naturale. E’ un ingombro colossale, con buona capacità di scaricare sugli esterni. E sa farsi amare. 16’ contro il Maccabi, con avvio disastroso e chiusura da +10 di plus/munus in 16’.

La gara

Parliamo di numeri. L’Olimpia Milano è la squadra con il più alto numero di possessi, e si divide con il Cska il record di punti segnati. Il tutto con il miglior marcatore assoluto, Mike James. Tanto produce, tanto concede. Matematica, quindi dato acquisito immodificabile? No, non stiamo negando quel che abbiamo detto in precedenza, ovvero che l’Olimpia non abbia un sistema difensivo in cui rifugiarsi nei momenti di difficoltà. Solo una constatazione: l’alta produzione offensiva abbassa la lucidità difensiva. Il Maccabi era reduce da un successo per 65-64 con l’Olympiacos: Milano ha imposto il suo ritmo ed è uscita alla distanza. Il Maccabi è rimasto in gara solo grazie alle giocate di Scottie Wilbekin, peraltro sovrastato da Mike James nella ripresa e anche per questo dimenticato da Ioannis Sfairopoulos in panchina.

Simone Pianigiani trolla

«La classifica? Non guardiamo alla nostra posizione, so che con la logica noi abbiamo pochissime possibilità ad oggi, le prossime sfide sono tutte con squadre che sono sopra di noi». Le conferenze stampa sono i concetti che i protagonisti concedono al pubblico, quindi sono unica materia di giudizio. Ma guardiamoci in faccia? Il calendario di Milano è oggettivamente complicato (al netto dei “momenti” degli avversari, detti anche “opportunità” di classifica, che scopriremo gara dopo gara), ma pensate davvero che Simone Pianigiani dica queste cose in uno spogliatoio colmo di giocatori alto livello? Chi scrive, dubita fortemente. Quindi diamo alla sala stampa il peso della sala stampa: facciata, opportunità, dialettica. Nello spogliatoio si fanno i fatti.

3 thoughts on “Olimpia Milano, il dopo-Maccabi tra Alen Omic, ritmo imposto e il Simone Pianigiani trollatore

  1. Chi lo sa se riusciremo a vincere le tre partite abbordabili sulla carta, delle prossime sette partite finali: ovvero Khimki, Olympiacos in casa e Panatinaikos sempre in casa.
    Sarebbe un bell’andare che ci porterebbe a 15 vittorie, ovvero a una sola dalla qualificazione teorica.

    Vorrebbe dire di sognare, se vincessimo quelle tre partite sulla carta non impossibili, sognare di vincerne una delle quattro impossibili contro le prime quattro.
    Quattro chances di realizzare un’impresa molto difficile sulla carta, ma non del tutto impossibile, se la sfortuna ci lascerà in pace, non avremo infortuni, e il lavoro di recupero di Nedovic, e d’inserimento definitivo di Nunnally si svolgerà in buona salute.

    Insomma siamo sesti, e qualche speranza è anche giusto nutrirla, secondo me, anche fosse soltanto per festeggiare questo momento buono dopo tante sfortune!
    La speranza di far bene quello che possiamo fare bene, e di fare un colpo sulle quattro che bene non possiamo fare, sulla carta.

    Io credo che se ci amalgamassimo come si deve, nei quasi due mesi che restano, noi potremmo essere la sorpresa di questo finale di stagione regolare di EL.

    Poi vada come vada, ma l’anno prossimo potremmo essere noi dall’inizio, e senza infortuni fino alla fine, e allora essere noi la sorpresa potrebbe essere più di una speranza…

    Io francamente lo spero parecchio

  2. Ciao Palmasco. Condivido in toto quello che hai scritto. E’ un po’ di tempo che penso (e scrivo) che un “colpaccio” con una delle grandi non è poi così impossibile, specie se siamo al completo. Del resto qualche risultato a sorpresa, sino ad ora, c’è comunque stato. Andare ai Play Off sarebbe un sogno, anche se era un obiettivo dichiarato (ma non per questo facile o scontato). Andarci da “outsider” potrebbe anche regalarci qualche soddisfazione. Di certo ha ragione Pianigiani quando dice che quest’anno ci siamo costruiti un’immagine ed una credibilità ben diversa rispetto al passato, valori dai quali ripartiremo certamente il prossimo anno, con lui (probabilmente) o senza.
    Hai ragione quando dici che non siamo nemmeno certi di riuscire a vincere le tre partite sulla carta più abbordabili. Vedremo. E’ una guerra che va vinta battaglia per battaglia (perdonatemi la metafora bellica: so che la guerra è una cosa seria).
    In ogni caso, ci siamo e siamo ancora in corsa. Per altro non abbiamo nemmeno problemi particolari in LBA dove stiamo andando a velocità irraggiungibile per le altre e dove, comunque, conteranno soprattutto i play-off nei quali poco cambierà se li affronti da squadra prima classificata o seconda. Insomma: le energie andranno dedicate tutte alla conquista dell’Europa.
    Voglio fare una menzione “d’onore” a Cincia e a Brooks che ieri hanno partecipato alla gara azzurra: una disponibilità facilitata dalla vicinanza del match (Varese-Milano) ma che è comunque dimostrazione di attaccamento alla maglia azzurra.

  3. Approfondimento molto interessante.

    Omic ha infiammato il Forum contro il Maccabi. Nonostante le mani di pietra (che mal si combinano con le sue origini balcaniche) possiede una naturale teatralità nei gesti atletici che non si vedeva dai tempi dell’amatissimo Bruno Cerella. Ha preso un paio di rimbalzi semplici semplici che con il linguaggio del corpo ha trasformato in imprese sportive memorabili.
    Al Forum servono questi tipi di giocatori.
    Voglio però anche riconoscergli un merito effettivo: in generale è molto inferiore a Gudaitis e Tarczewski ma è meglio di loro nella capacità di leggere/difendere il pick & roll centrale (qualità non indifferente nel basket moderno).

    Per quanto concerne la gara il Maccabi ha deciso (al solito) di pressare alto James (con un super difensore come Deandre Kane) ma lui ha letto molto meglio le situazioni. Forse perché con Nedovic e Nunnally è più portato a “fidarsi” forse perché semplicemente non ha avuto bisogno di attivare “hero mode” per una buona prestazione di squadra.
    Sicuramente fondamentale la presenza di Nunnally e l’ottima partita offensiva di Brooks (sempre massima stima per lui) per sopperire alla serata opaca di Micov. Anche qui classica la scelta difensiva di non far aiutare il suo uomo perché Micov è un maestro nel leggere i recuperi difensivi ed attaccare il suo uomo (un po’ meno efficace se deve giocare un 1 c 1 statico).

    Sulle conferenze stampa di Pianigiani non mi esprimo (al massimo mi deprimo).

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