L’Olimpia Milano, che voleva essere grande in Europa, si è riscoperta piccola anche in Italia

Un anno dopo, la Final Eight di Coppa Italia si conferma un momento di profondo sconforto in casa Olimpia Milano

Un anno dopo, la Final Eight di Coppa Italia si conferma un momento di profondo sconforto in casa Olimpia Milano. E di inevitabile riflessione. ROM prova a comprendere i punti cardine di quanto accaduto.

Milano shock

Titola La Gazzetta dello Sport, e certamente la frase rende bene l’idea. Gli addetti ai lavori, e non solo, si attendevano una netta affermazione di forza dei campioni d’Italia. E invece, dopo aver pagato un anno fa l’impatto di Cantù, questa volta la squadra di Simone Pianigiani ha “scortato” sino al traguardo l’avversario, senza mai dare la sensazione di voler imprimere una svolta al suo percorso. La Virtus ha avuto più fame e più continuità, e questo va ben oltre il comunque “sciagurato” quintetto di inizio secondo quarto, quando Curtis Jerrells ha diviso il campo con Amedeo Della Valle, Simone Fontecchio, Mindaugas Kuzminskas e Christian Burns. Il «piano Sacripanti» si è mosso sulla linea di quanto proposto da Pesic lo scorso novembre: pressare alto Mike James, allungare Milano. Con un Curtis Jerrells profondamente negativo, l’Olimpia Milano si è ritrovata senza un secondo portatore di palla affidabile (che è Nemanja Nedovic, non certo Dairis Bertans) e si è sciolta come neve al sole. Troppo facile? Sì. Non è alibi, è colpa.

Il reparto lunghi

La rinuncia a Kaleb Tarczewski una colpa? Effettivamente il centro ha lavorato negli ultimi giorni con un tutore alla mano, ma cerchiamo di andare oltre all’effettivo valore di un pivot in campo o meno. Un anno fa la frase di Simone Pianigiani «Per una squadra di EuroLeague è difficile correre dietro ai lunghi di Cantù» (suonava più o meno così, ndr) fu presa di mira da molti. Ma parafrasando Carlo Recalcati: «Se hai un pivot puro, devi saperlo servire e sfruttare in attacco. Altrimenti da vantaggio diventa zavorra». Nella passata stagione Jordan Theodore e Andrew Goudelock non avevano questa capacità, oggi Mike James sì, ma appunto Tarczewski non era ancora pronto. Occhio poi al dato rimbalzi, 43-36 per Milano, e ai punti in area, 40-32 sempre per Milano. Il problema non è stato nel reparto lunghi.

Colpe e riflessioni

L’Olimpia è caduta nell’ansia in un contesto enormemente inferiore al suo potenziale. Un difetto di carattere che sconcerta, e che getta inevitabilmente ombre sinistre sul prosieguo della stagione. E’ l’inevitabile colpa da espiare dopo il fallito assalto ad un primo obiettivo. Ma c’è anche il gioco, perchè in un anno e mezzo e più di «gestione Pianigiani» l’Olimpia Milano non ha né un sistema offensivo che vada oltre le abilità individuali, né un’organizzazione difensiva che sappia essere garanzia nei momenti «di magra». E questo sarà certamente un tema portate del giudizio ultimo di fine stagione che la società dovrà porre in essere. Insomma, non si può perdere con la Virtus Bologna, nè tanto meno concedere 86 punti in 40’ alle comunque lodevoli «V Nere». L’auspicio, nel momento dell’infortunio di Arturas Gudaitis, è che l’ambiente si «svegliasse», cercando di produrre un qualcosa di differente con un reparto esterni (con l’arrivo di James Nunnally, ndr) di impatto fisico superiore. Invece, l’Olimpia Milano che voleva essere grande in Europa, si è riscoperta piccola anche in Italia.

20 thoughts on “L’Olimpia Milano, che voleva essere grande in Europa, si è riscoperta piccola anche in Italia

  1. C’è una cattiveria esagerata, secondo me, in questo tuo commento – anche se forse comprensibile, per la delusione subita.
    Ok, abbiamo perso una partita importante, che avremmo dovuto vincere passeggiando, ma solo su questo episodio, ti senti di bollare questa squadra con un “difetto di carattere”?
    Questa squadra?

    Che è ancora a galla in EL, con grande carattere, avendo subito infortuni nei suoi uomini chiave, assenti praticamente da tutta la stagione (Nedovic).
    Che ha avuto dai superstiti tutto quello che poteva avere, con gran carattere!

    L’unica cosa che possiamo dire davvero, da quanto visto in campo, è che James ha avuto la sua peggior giornata di sempre, ed ha trascinato la squadra con sé nell’abisso di una nuova, grande delusione.
    Pianigiani avrebbe dovuto cambiarlo?
    Certo, col senno di poi.
    Ma due obiezioni, che probabilmente gli sono girate per la testa, probabilmente gli hanno fatto fare una scelta diversa: da un lato campioni come James possono svegliarsi da un momento all’altro, senza preavviso, e decidere la partita anche in 5 minuti.
    Dall’altro il secondo quintetto è stato peggio che disastroso, innescando l’inversione di tendenza che ha dato agio, e fiducia, e punti a Bologna, determinando la partita – passata in un solo quarto da +8 a -5.
    Lì a Milano sono tremate le mani: siamo venuti qui per vincere al risparmio, hanno pensato i protagonisti, e mi trovo a dovermi impegnare a fondo?
    Non erano preparati mentalmente, erano preparati al compitino e poi che i compagni tenessero: e hanno fallito. E poi James comunque non carburava e mangiava palloni su palloni (2/18 al tiro).
    Con quei ricambi a disposizione, è umano che ti venga il dubbio che forse ti conviene sperare di più in James il campione che si risvegli.

    E poi Omic.
    Ma davvero? Ma chi l’ha preso? Ma quale medico gli ha proibito di guardare il canestro, che gli arriva alla punta delle dita, che dovrebbe solo farci scivolare la palla.

    Diranno probabilmente, gli italiani erano emozionati, oppressi dalla pressione.
    Della Valle, Fontecchio, ma anche Burns.
    Certo, facile giocare bene in campionato, contro squadrette, quando la partita non conta niente.
    Poi arriva il momento che devi dare davvero, e sono emozionati?

    Probabilmente si sentiva nell’aria di spogliatoio, prima della partita, una certa generale panza piena, un certo messaggio che sicuramente ha girato, ragazzi mi raccomando, andiamo a vincere, ma di conserva, che la partita vera è giovedì prossimo.
    Me lo dicono i 4 liberi sbagliati di fila di Micov, probabilmente una prima assoluta, un evento unico in tutta la sua carriera, insieme alla toppa esagerata di James.

    Solo gli agonisti veri, Brooks e Nunnally hanno tenuto, ma ovviamente non è bastato.

    Merito di Bologna?
    Chi vince ha sempre fatto qualcosa d’importante, è ovvio, ma noi li abbiamo aiutati troppo.
    Perché considera l’ultima osservazione rilevante e poi chiudo: James si accorge di non essere in giornata, ok, però sa di essere giocatore intelligente e capace di cercare l’assist, come ha provato fino a ieri.
    Cerca dunque a ripetizione l’assist dentro, e trova un Omic che cerca soltanto un compagno al quale rispedirla, oppure che non riesce a raccoglierla?
    Ti cascano le palle, ti passa la voglia.
    Che già era poca.

  2. Che dire? Sconfitta meritatissima e vittoria meritata per Bologna! Del resto se non la metti mai da tre e da due stai sotto al 50% non puoi vincere quasi con nessuno. Se poi hai un lungo titolare (Omic) che non guarda mai il ferro, non rolla mai e sbaglia anche quei pochi tiri che tenta, ad un metro dal ferro, diventa impossibile. Il piano partita era chiaro: palla a Micov o Nunnally in post basso, con i piccoli avversari che si caricano di falli. Dopo il primo quarto non si e’ piu’ visto.
    James questa volta ha affossato la squadra quando, tra secondo e terzo quarto, si e’ intestardito tirando  da tutte le posizioni, sbagliando da tutte le posizioni e dando un contributo quasi nullo in difesa. Non ha creato nulla, ha messo fuori ritmo i compagni. Il Cincia probabilmente non era in forma ma ogni tanto ci vuole un uomo d’ordine che faccia giocare la squadra. E lo stesso Pianigiano ha detto che voleva un playmsker in piu’ che non ha praticamente schierato. Jerrels e’ ormai un giocatore finito, specie come play maker. Lo taglierei subito. In una gara nella quale nessuno segna, nemmeno ai liberi (vedere le percentuali – inusuali – di Micov e James), forse forse valeva la pena di dare un po’  di spazio a Della Valle nel ruolo di guardia, il SUO ruolo. Ma col senno di poi e’ tutto facile, anche pensare che contro una squadra cosi’ ben messa sotto le plance sarebbe stato meglio rischiare il rientro di Tarczewsky, seppure non al meglio.
    Pur nella cocente sconfitta dobbiamo erigere un monumento a Brooks che ha letteralmente  dominato da entrambi i lati del campo. La cosa che mi preoccupa e’ che ancora una volta, in una gara senza ritorno, Milano ha fallito rovinosamente (non illudano il risultato finale o quanto successo nell’ultimo minuto). Cio’ mi fa temere un po’ anche in vista dei play off di LBA; in fondo anche lo scorso anno abbiamo sofferto non poco nella finale contro una squadra decisamente meno forte di noi. In ogni caso il nostro gioco “scarico e tiro da tre” o “uno contro uno e via andare”  non sempre porta i frutti desiderati. Dovrebbe pensarci sopra un po’ il coach, cercando di valorizzare al meglio i tiratori o il gioco in transizione, stasera praticamente nullo.  Stasera non mi e’ piaciuta molto nemmeno la difesa. Positiva invece la prova a rimbalzo offensivo.
    Un accenno all’arbitraggio, secondo me non all’altezza. Nel primo quarto troppo permissivi, poi hanno cambiato metro, prendendo qualche granchio in piu’ di un’occasione.

  3. A me preoccupa James. Quando è in mood voler vincere da solo è deleterio. Sono più le partite che ci ha fatto perdere che vincere ormai. Secondo soffre l’arrivo e vuole dimostrare di essere il n 1 e fa danni incredibile. Non esiste 3-18.
    Mi dispiace per lui ma Nunnally è un altro livello.
    Pianigiani lo deve mettere in riga ma non ha sufficiente carisma.

  4. Che James ci abbia fatto perdere più partite di quante ce ne ha fatte vincere non corrisponde ai fatti.
    Jerrels non si può vedere più, lui è veramente deleterio.
    Per il resto non farei tragedie, questa sconfitta servirà.

  5. Concordo: James fino ad ora ci ha fatto fare il salto di qualita’. Che fosse un agonista lo sapevamo. Certamente aino ad oggi si e’ assunto molte responsabilita’, vista l’assenza di Nedovic. Ingiusto, secondo me, criticarlo cosi’.
    La squadra e’ comunque ancora in corsa per i play off di eurolega e questo non va dimenticato. La sconfitta servira’ ma sarebbe servita molto di piu’ una vittoria e un trofeo in piu’ in bacheca. In fondo il triplete era certamente alla nostra portata e spiace averlo buttato al vento solo per in atteggiamento mentale sciagurato. Peccato.

  6. “Ma c’è anche il gioco, perchè in un anno e mezzo e più di «gestione Pianigiani» l’Olimpia Milano non ha né un sistema offensivo che vada oltre le abilità individuali, né un’organizzazione difensiva che sappia essere garanzia nei momenti «di magra». E questo sarà certamente un tema portate del giudizio ultimo di fine stagione che la società dovrà porre in essere.”
    Sono contento che anche il buon Maggi dopo averlo a lungo difeso se ne stia accorgendo. Pianigiani è indifendibile, il quintetto delirante del secondo quarto che ha rimesso la Virtus in partita è solo l’ultima di una lunga serie di dimostrazioni di incapacità di un allenatore che, al di fuori di Siena, ha sempre prodotto una pallacanestro di qualità miserrima. Il cambio Spahjia-Sfairopoulos è solo una delle tante dimostrazioni di quanto enorme sia la differenza tra avere un allenatore mediocre e un tecnico di assoluto livello. Se Milano coi suoi 25 milioni di budget vuole tornare ad essere una realtà di primo livello europeo, bisogna partire da lì, altrimenti è tutto inutile. E di allenatori eccelsi in giro ce ne sono, da Pascual a Bartzokas, per non parlare di Itoudis che potrebbe liberarsi a fine stagione.

  7. Non amo Pianigiani e devo concordare su quanto sopra scritto: il gioco non c’e’. Quello che mi meraviglua e’ come non si riescano a produrre schemi con i quai, ogni tanto, si riesca a servire Bertans, che sa “ricciolare” molto bene e tirare con grande precisione. E’ vero che mancando di un reale gioco in post-basso, siamo costretti a tirare spesso da lontano tuttavia sempra proprio di essere dipendenti dalle giocate singole. A fine anno ci sara’ (spero) un giudizio sul coach e lo staff e soeri tenga conto di quanto sopra ma anche del modo in cui la squadra e’ scesa in campi a Firenze. Anche puello mentale e’ aspetto fondamentale, se vuoi crescere. E il nostro coach in questo non mi sembra proprio un fenomeno. Sono anni che lo dico: per eccellere ci vuole un grande condottiero. Quelli che abbuamo ora non lo e’.

  8. Non sta a me difendere Pianigiani, ma certe critiche per una partita persa meritano una risposta, secondo me.

    Intanto questa è la prima volta in anni, tanti anni, che abbiamo una squadra con grandi giocatori veri, e non le solite figurine che ci hanno deluso per intere stagioni – saperli scegliere e averli voluti è merito suo.

    L’esplosione come giocatore di Gudaitis è avvenuta a Milano, in questi due anni, sotto la guida Pianigiani e staff – valorizzare un simile giocatore non è poco, è un grande merito.

    La squadra è ancora nel gruppo play-off in Eurolega, avendo giocato la maggior parte della stagione senza l’altra sua stella (Nedovic) – guarda Khimki che è l’unica paragonabile per lunghezza e importanza dell’infortunio: è 2 vittorie sotto di noi.
    Certo mi auguro anch’io di fare i play off, ma non mi sento di lamentarmi per la stagione.

    E veniamo alla partita in questione: non è che non avessimo un gioco, ma i tanti e troppi tiri ben costruiti, comodi, sono stati sbagliati, e questo conta – nella giornata in cui l’altro tuo miglior giocatore (James) sbaglia tutto.

    Lo scudetto lo vinceremo, si può dire anche senza scaramanzia, e anche questo è merito di Pianigiani.

    Insomma, va bene sentirsi delusi, ma sparare sulla Croce Rossa secondo me va meno bene.

  9. Caro Palmasco, per una volta non concordo con te. Nessuno sta dicendo che Pianigiani sia scarso (almeno non io). In tanti diciamo che non e’ un grande allenatore. I processi di questo tipi nascono da una delusione e spesso ci si lascia andare a giudizi anche severi. E’ tuttavia verisdimo e non si puo’ negare che siamo ancora in lotta per i play off di el, primario obbieytivo stagionale. Questo e’ certamente merito anche di Pianigiani. Vinceremo lo scudetto? E’ molto probabile. Ma non e’ scontato come sembra (Repesa docet). E comunque, in un certo senso, e’ l’obiettivo minimo, visto il budget stratosferico rispetto alle altre squadre. Si tratta quindi di dare il giusto peso alle cose. Per me Pianigiani ha fatto bene per alcune cose ma non puo’ essere l’uomo checci fa ritornare grandi!

  10. Per una volta decido di ribattere e mi scuso con tutti per la debolezza.

    Non parliamo di soldi, per favore, il budget Olimpia è soltanto un budget medio in Europa.
    Se bastasse il budget, CSKA dovrebbe vincere ogni anno, e invece.

    Nel complesso direi che siamo tutti d’accordo: in un solo anno e mezzo, Pianigiani ha costruito una squadra niente male.
    Gli mancherebbe, dicono, il genio dei grandissimi. Per “farci ritornare grandi”!
    Vediamo.

    Intanto il genio per farci tornare grandi quale sarebbe? Jasikevicius a Kaunas?
    Una stagione fantastica, inaspettata e trionfale l’anno scorso, 13mo quest’anno, con meno vittorie dell’Armani 17/18 – che considerammo un “fiasco inaccettabile”.
    Insomma, forse quello del genio è un mito leggendario.

    A me pare che forse Pianigiani non sarà un genio, ma ha costruito un sistema squadra nel quale molti giocatori stanno avendo la propria migliore stagione, seguiti da risultati di squadra apprezzabili.
    Lo costruisce sul lavoro quotidiano, metodico, in palestra, e sotto l’aspetto mentale di creare un gruppo forte – come questo gruppo ha dimostrato di essere per tutta questa stagione, insisto -: lo dimostrano i suoi commenti alla stampa, che illustrano la formazione psicologica di un gruppo coeso, per chi li sapesse leggere.
    È sempre il princeps – il primo tra i pari, significato originale della parola – che sentiamo parlare. Vedo quanto bene faccia ai giocatori – un solo esempio tra i tanti, Tarczewski che gioca col dito rotto, e fa la schiacciata decisiva.
    Per me costruire col lavoro, con passi piccoli ma sicuri, è qualità, tanta qualità. Mi piace.

    Questa è una stagione molto migliore di quella dell’anno scorso, Pianigiani ha preso i pezzi di cui ha bisogno, e li muove bene.
    Dall’ultimo inserto, Nunnally, mi sento di dire già che la prossima stagione sarà di certo un altro passetto avanti.
    Piccoli passi da lavoratori, forse lenti – per alcuni tifosi troppo impazienti, quasi che fossero sponsors -, ma sempre verso la meta. Mi piace.

    Questa è una stagione molto migliore di quella dell’anno scorso: la vera stagione 17/18, se vi ricordate, iniziò proprio la settimana dopo la sconfitta con Cantú a Firenze…

    Pianigiani non sarebbe una guida eccellente per questa squadra?
    Cominciamo a dire che per una sfortuna piuttosto rara, la sua squadra di quest’anno non è e non può essere la squadra che ha disegnato e costruito pazientemente.
    Troppi infortuni, e ora tutti insieme.
    A Firenze, per dire, sono mancati Nedovic, Gudaitis, Tarczewski, Cinciarini appena sfebbrato, Nunnally appena inserito – e come vuoi farlo giocare uno appena inserito, se non in isolamenti, visto che ne ha le qualità?
    Dategli la squadra che sogna, e che ha costruito, intatta, o meno danneggiata, e scommetto che la mia affermazione di un prossimo anno ancora migliore si rivelerà realistica e non azzardata.

    Volevate Obradovic?
    Allora poi non vi lamentate del budget di Milano come un’accusa, per quello ci vuole almeno il doppio.
    E poi chi vi sente?😏

  11. Tanto e’ stato il lavoro fatto, tamti i passettini quotidiani che ha nno portato Milano ad essere la squadra di oggi, ancora il lotta per la post season. Confermo quelli checdi buono c’e’ anche nell’ambiente, con giocatori mai domi. Insiato sul fatto che non vedo un gran gioco e che non vedo una gran difesa di squadra.
    Obradovic me lo porterei anche a casa mia, tanto mi piace e mi sta simpatico ma concordo che non e’ ancora il momento per questa societa’ di avere il Gran Maestro. Ma tra lui e l’attusale coach probabilmente c’e’ qualche via di mezzo (magari non subito disponibile) che farebbe al caso nostro

  12. Palmasco, concordo in pieno. Quello che manca ancora a Milano e la concentrazione per un difesa all’altezza. Forse questa è l’unica vera critica che mi sento di fare a Pianegiani. In certe situazioni di gambe alte e insufficiente applicazione in difesa, dovrebbe intervenire con più personalita’. Invece è molto raro vederlo incazzarsi….

  13. sono asolutamente d’accordo con quanto espresso da Dalmasco ieri alle 10.08. poi questa storia degli allenatori geniali o meno ha un po’ stufato. continuo a credere che a questi livelli non esistano allenatori scarsi, la diffrenza la fanno e sempre la faranno i giocatori. saluti.

  14. Purtroppo ci ho messo qualche giorno a metabolizzare una sconfitta così sorprendente se rapportata ai valori in campo delle due squadre.
    Come ampiamente prevedibile le discussioni successive tra tifosi si sono concentrate sull’argomento coach.
    Nella mia modestissima testa a Pianigiani riconosco:

    * MERITI
    – sa scegliere i giocatori e li sa scegliere funzionali al suo gioco (Repesa con carta bianca ed un ottimo budget ci portò come suoi pretoriani Barac e Raduljica)
    – la squadra pochissime volte ha sbracato durante una partita (vedasi precedenti Euroleghe)
    – la fiducia che ripone nei suoi giocatori chiave è assoluta e questo facilita la loro crescita prestazionale
    – pick & roll, tiro da 3 e spaziature: i suoi capisaldi sono in linea con evoluzione del basket moderno
    – non ha “sbandato” di fronte ai reiterati infortuni di elementi del roster

    * DEMERITI
    – la squadra non ha mai evidenziato una organizzazione difensiva particolare ed una capacità di cambiare ritmo nella propria metà campo; praticamente le partite di Milano girano solo ed esclusivamente sulla base della efficienza offensiva
    – non si è mai intravisto un cambio in corsa del piano partita. Esempio può essere la passività tattica nella gestione della pressione alta difensiva degli avversari (molto indigesta a James che è un istintivo non un razionale). Un secondo esempio sono le rotazioni dogmatiche che miscelano pochissimo il primo ed il secondo quintetto; per gli avversari è pressoché scontato conoscere chi sarà in campo in determinati frangenti ed adattarsi di conseguenza (la Virtus ha aspettato il secondo quarto per attaccare sistematicamente l’Olimpia da posto 4)
    – la fiducia nei giocatori chiave ha più volte sconfinato da tanta a troppa (penalizzazione evidente del gioco di squadra )
    – nello specifico della Coppa Italia un atteggiamento supponente (specchio del carattere di Pianigiani) che sta caratterizzando tutta la regular season italiana; sicuramente abbiamo il talento per permettercelo ma quando l’intensità si alza devi sbucciarti le ginocchia contro chiunque per evitare amare sorprese

    Io continuo ad essere perplesso dal ns coach anche perché si parla di impresa per eventuale conquista play-off in Eurolega. Ma sinceramente, tolte le solite note (Cska, Fener, Real), con quali altre squadre fareste lo scambio di roster per superiorità tecnica?? (io solo il Barca)

  15. Bella analisi! Che condivido quasi in toto. I play off di EL sono una impresa perche’ mancano da una vita ma hai ragione: a livello di roster (al completo!) non dovremmo considerarli impossibili.
    E la mancanza di imprevedibilira’ si puo’ pagare a caro prezzo.

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