Il successo sul Baskonia è figlio delle certezze. Ma questo sistema non può prescindere dalla difesa

Realolimpiamilano.com a cavallo tra il Baskonia e Barcellona, per una Milano arrivata al sesto successo in otto gare (6 su 8, sì, è tutto vero). Un’impresa? Probabilmente no, perché prima di ogni partita era noto cosa si potesse fare (cioè dove si potesse vincere), e cosa no (ovvero dove tutto fosse più complicato). Quindi, tutto normale? No. Perché al Pireo si è creata la discontinuità rispetto al pronostico e al potenziale conosciuto, e lì si sono fondate le certezze per la serie successiva di cinque successi in sei gare. Il tutto, senza l’eroe del Pireo: Nemanja Nedovic.  Dopo le pagelle di ieri, ecco una nuova lettura d’analisi.

Le certezze

Il successo con Vitoria è proprio figlio di queste certezze che stanno crescendo. A prescindere dalle tante difficoltà difensive (che a tratti potremmo anche definire nefandezze), il finale di ieri sera è emblematico. Dopo il canestro del -2 di Luca Vildoza, con 1.06 da giocare, l’Olimpia risponde con l’opposizione di Gudaitis all’argentino e il contenimento di Brooks sul rimorchio di Poirier,  il fallo conquistato da Curtis Jerrells, la palla sporcata da Micov a Shengelia, e la giocata decisiva: pressione di Jerrells a negare la ricezione di Hillard, ricezione di Shengelia complicata dalla smanacciata di James, che apre infine al contrasto di Brooks

Il sistema

Ci sono tuttavia delle manchevolezze, peraltro naturali al mese di novembre. Dire che Milano non abbia un sistema sarebbe falso: questi sei successi arrivano da un roster che fondamentalmente ha solo Brooks e James come volti differenti rispetto ad un anno fa (Nemanja Nedovic ha saltato quattro delle ultime cinque gare). Il lavoro di Simone Pianigiani può essere letto anche solo in questo dato. E’ il senso di un progetto. Ma andiamo oltre. L’Olimpia Milano ha il secondo e terzo marcatore di questa EuroLeague, che ieri hanno segnato 42 dei 93 punti di squadra. Troppi, e l’assenza di Nedovic può essere solo una spiegazione superficiale, lecita ma superficiale. 

La difesa

E tutto deve partire da qui. L’EuroLeague e i calendari internazionali sono cambiati, i giocatori hanno sempre meno tempo per prepararsi e sono sempre più sotto pressione fisica, e spesso le poche energie restano per l’attacco più che per la difesa (dove peraltro il giocatore si diverte, e con il divertimento cala la fatica). Quindi, le nefandezze di un tempo (tipo gli errori difensivi di ieri sera) oggi devono essere lette in questo contesto, per un basket europeo che scimmiotta sempre di più l’NBA. Ma l’Olimpia per essere più collettiva deve partire dalla difesa: perchè in transizione Kuzminskas può essere un fattore, perchè ha centri più abili nel rimorchio che nel post basso, perchè correre significa avere anche una migliore circolazione di palla, quindi qualcosa di più di due tiri per Dairis Bertans.

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7 thoughts on “Il successo sul Baskonia è figlio delle certezze. Ma questo sistema non può prescindere dalla difesa

  1. Mi piace molto la tua analisi delle potenzialità della difesa di Milano, e mi piace molto l’ipotesi che le sue assenze siano a volte più figlie dei una certa fisiologica stanchezza generale – che porta i giocatori a dedicare le energie all’attacco, più divertente e remunerativo – che di falle di sistema.

    Eh sì perché anche ieri l’intera squadra se l’è giocata a fare più punti del Baskonia, piuttosto che a limitare i loro.
    Però quando difende, Milano difende, e difende bene, e non parlo soltanto dell’ultimo minuto, fantastico di Brooks (il secondo quarto gli abbiamo lasciato fare soltanto 17 punti).

    Del resto noi abbiamo un attacco che può permettersi questo genere di sfide all’ultimo canestro, come hai notato giustamente tu, abbiamo il secondo e terzo realizzatore della regular season, e molte altre potenzialità, in LBA abbiamo fatto spesso 100 punti e non ricordo più esattamente quanti 4° quarto abbiamo da 30 punti…
    Quindi ci sta giocare a farne di più, secondo me.
    Questo non significa ignorare la difesa, ma significa comprendere che Milano può vincere le partite anche segnando parecchio.
    Sono tutti molto bravi, ma James è pazzesco, sembra potere fare 10/12 punti quando vuole e indirizzare così le partite.

    Ho letto in giro che se Shenghelia non avesse sbagliato tutti i liberi, inaccettabile in EL, forse le cose sarebbe andate diversamente.
    A me però pare molto di più un’anomalia il numero pazzesco di tiri da 3 che hanno segnato loro, in particolare con Janning e Vildoza, ben oltre sia le loro percentuali abituali – Janning addirittura ha tirato col 50% contro un 26,9% in stagione, e Vildoza quasi col 50% contro un 37% in stagione, ed entrambi hanno tentato un numero di tiri da 3 superiore alla loro media abituale in stagione (qui le statistiche complete di Janning e Vildoza nell’ordine: http://www.euroleague.net/competition/players/showplayer?pcode=004165&seasoncode=E2018;
    http://www.euroleague.net/competition/players/showplayer?pcode=007947&seasoncode=E2018.
    Quindi?
    Quindi secondo me ci sono stati dietro soprattutto perché hanno trovato delle prestazioni eccezionali da 3; e per chi ha visto la partita, molto dei tiri che sono riusciti a Janning erano pazzeschi, da lontano e mani in faccia…

    Mi è spiaciuto molto vedere che Shields, che abbiamo tanto ammirato e sofferto a Trento, soprattutto nell’ultima finale di scudetto, dove ci ha portato agli estremi, in EL è risultato piuttosto impalpabile – e non soltanto con noi ieri sera, ma per tutto questo inizio di stagione, a giudicare dai numeri e dai commenti che leggo in giro.
    Lo dico anche, lo ammetto, per provocare quelli che vorrebbero Fontecchio in campo… 🙂 – (che di certo purtroppo non è Shields, né per classe, né per impatto, né per coraggio di giocatore).

    A proposito di sistema della Milano di Pianigiani, ho notato che una certa facilità di tiro, un certo vantaggio nella circolazione di palla tra gli esterni, ieri sera si verificava anche quando non c’erano in campo James Micov, ma Jerrels Cinciarini e Bertans.
    Segno che quella caratteristica è di squadra, oltre che ovviamente dell’immenso talento di James che la fa risaltare ancora di più.

    Ancora una bellissima partita dei nostri, e sempre senza Nedovic, che davvero è uno dei nostri assi e manca terribilmente, non fosse altro che per un problema di rotazioni – ma per molto, molto di più.
    Quasi quasi mi sento fiducioso per le nostre speranze di vincere tante partite anche nel girone di ritorno, quando lo avremo di nuovo, sano e salvo, spero.

    p.s. fossi la dirigenza, spenderei davvero qualche soldo per mandare Kuzminskas da uno psicoanalista: si lascia spostare da chiunque, non acchiappa neanche un pallone di quelli che gli passano vicino, e troppo spesso si lascia stoppare quando parte per il ferro.
    Che gli succede?
    Dai Minda, che sei un campione, svegliati!

    1. Ottimi spunti di analisi anche i tuoi. Sui tiri da tre è sempre un cane che si mode la coda: eccezionalità Baskonia, sì, ma magari figlia della scarsa pressione Olimpia? Non saprei. Concordo su Fontecchio, che credo che possa dare solo minuti di difesa sul “3” puro di turno, su Kuzminaskas in società si parla di problema mentale, in cui tutti cercano di sostenerlo. Ma la squadra va, e lui rischia di restare indietro

  2. Analisi profonda. Concordo sul fatto che la gara del Pireo ha dato il la ad un’Olimpia nuova, guidata dalle due (per ora solo una) nuove guardie che hanno talento e mentalita’ vincente.
    Concordo anche sul fatto che non cambiare in blocco dieci giocatori ma anzi confermarne la meta’ ci ha dato qualche vantaggio subito (il famoso “creare un ciclo” evidentemente ha ancora un certo valore).
    James e Micov sono certamente stelle vere in questa Eurolega: giusto che dominino anche nei numeri (punti e assist). Difesa. Sarebbe bello riuscire a difendere meglio ma non e’ facile, non solo per le poche energie. Ogni squadra ha due-tre tiratori formidabili, un paio di lunghi di peso o dinamici e che rollano bene, ali grandi che tirano da tre e sanno giocare anche spalle a canestro, piccoli che “sguazzano” nel “pick”. Insomma: il livello tecnico e atletico e’ elevato. La novita’ e’ che finalmente abbiamo anche noi un discreto potenziale offensivo (se pensiamo ai nostri tiratori da tre: micov-james-nedovic-jerrels-brooks- kuzminskas-della valle-bertans). Certo e’ che difendere meglio si puo’ e si deve, anche per innescare il gioco in transizione.
    E infine c’e’ l’aspetto psicologico. Negli anni scorsi andavamo in campo con l’ansia di vincere, di dimostrare qualcosa perche’ eravamo sempre in fondo alla classifica. Ora si lotta  quasi per un posto ai play off e la squadra ha una certa consapevolezza dei propri mezzi, merito anche della serenita’ garantita  dalla ottima posizione in classifica. Bene cosi’, dunque. Ma c’e’ spazio per crescere ancora.

  3. Fontecchio in eurolega? Sono favorevole alle ritazioni ma non pazzo. Concordo con te, Palmasco. Il Cincia puo’ garantire qualche minuto di “ordine” in campo. DellaValle puo’ dare qualche minuto di fiato a Nedovic o Micov (in posizione di tre) e magari anche un briciolo di pazzia (a volte serve). Burns secondo me merita qualche minuto in piu’ per dare fiato a Brooks e lasciare Kuz in posizione di tre (in Europa rende di piu’, secondo me, in questa posizione). Ma Fontecchio lo limiterei alla lba, dove lo lascerei in campo anche venti minuti a gara, per dargli un po’ di continuita’. Ciao

  4. La difesa negli ultimi anni di eurolega è un elemento in costante evoluzione e si sta avvicinando al modello NBA. D’accordissimo anche sulla considerazione che il notevole logorio delle energie rende pressoché impossibile nel 2018 rivedere un Limoges 92-93 (vincitore coppa campioni) che teneva gli avversari a 60 punti e li seguiva come ombre fino a sotto la doccia del fine partita.
    A mio modestissimo parere sono anche molto cambiati i ruoli difensivi. L’abuso del pick and roll sollecita moltissimo in difesa i ruoli 1-2-5 mentre “preserva” maggiormente le posizioni 3-4.
    Cerco di spiegarmi. Gli attacchi puntano prevalentemente a creare vantaggi da giochi a due dove si notano/evidenziano molto marcatamente le lacune difensive dei giocatori coinvolti (di solito play/guardie e centri). Diventa così molto complesso avere i Theodore/Goudelock in campo insieme (battuti sistematicamente) o avere centri dai piedi troppo lenti per tenere un paio di scivolamenti dei piccoli (barac è un esempio estremo in tal senso). Nei posti 3-4 di solito si difende in situazioni “off the ball” e quindi un giocatore bravo nelle letture/rotazioni può mascherare minori qualità difensive di 1 c 1 (micov esempio perfetto in tal senso).
    Secondo il mio parere milano al momento ha un solo esterno eccellente nella difesa del pick and roll (nedovic) ed un solo esterno al quale si può/deve concedere qualche pigrizia difensiva (James); obiettivo fondamentale è che gli altri esterni (ognuno con i propri limiti) garantiscano un forte miglioramento in questo ambito.

    ps ……. Brooks contro il Baskonia ha sfiorato la perfezione; nonostante sia effettivamente lodato dai più credo che il suo effettivo impatto sul rendimento della squadra sia molto maggiore di quanto si creda

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