Lo stupore per le parole di Basciano. Verrebbe da dire “giù le mani dall’Olimpia”, ma forse la politica dovrebbe fare solo il “lavoro sporco”

L’attacco di Pietro Basciano a Livio Proli ci lascia quanto meno stupiti. Per i modi, per i toni, per quel fare da bar. Quanto meno discutibile visto il ruolo istituzionale ricoperto dallo stesso, dal 2015 presidente di LNP.

Ci tornano allora alla mente le parole del presidente di Olimpia Milano, il 2 gennaio 2018 a La Gazzetta dello Sport: «Servirebbe un intervento per aiutare i club. I politici cavalcano i buoni risultati per avere visibilità, ma poi spariscono quando c’è da fare il lavoro sporco a favore dello sport».

Evidentemente Pietro Basciano si è sentito toccato, ma non dovrebbe essere il solo. Nei prossimi 6 anni il basket italiano dovrà affrontare due tornate elettorali, al termine di ogni ciclo olimpico secondo i regolamenti internazionali. Nel 2024 Gianni Petrucci non potrà ricandidarsi secondo le nuove disposizioni del Coni (limite di tre mandati, il dirigente romano è già al quarto), ma già nel 2020 dovrà ottenere obbligatoriamente una maggioranza non inferiore al 55% (norma transitoria valida solo per chi è in carica al momento dell’approvazione delle nuove disposizioni del Coni). Stesso discorso per il suo vicepresidente vicario Gaetano Laguardia.

Non certo una percentuale invalicabile per chi ha ottenuto il 92.05% dei voti all’Assemblea Elettiva del 17 dicembre 2016, ma comunque un’occasione di riflessione per tutti sulla «fine di un’era». Ritenere Gianni Petrucci «padre» di ogni male attuale sarebbe ingeneroso e anacronistico, visti i ruoli predominanti sostenuti sin dal 1977, attraversando tutta l’epoca d’oro del nostro amato sport.

Ma certamente, parafrasando Livio Proli, è arrivato il momento che qualcuno faccia «il lavoro sporco», che passa anche per necessità giustamente sottolineate dal presidente Olimpia Milano, ovvero il recupero di piazze come Roma, Bologna sponda Fortitudo e Treviso, e aggiungiamo noi preservando i patrimoni di Varese e Cantù, senza troppo ricercare una seconda realtà meneghina.

E’ in questa ottica che, ascoltare le parole di Pietro Basciano lascia attoniti. Perché eccoci di fronte ad un politico che scarica ad altri ogni responsabilità, come se l’aumento delle promozioni non fosse un «toccasana» per un campionato che si vende per l’italianità, ma poi diluisce il tutto in 32 squadre al via con un solo posto nella categoria superiore.

Non che le colpe siano tutte sue, ma certi toni lasciano perplessi. «Evidentemente il signor Proli è poco attento, o forse è impegnato a gestire 25 milioni di budget e non vincere niente… peccato che con tutto quello che spende l’Olimpia Milano ha vinto solo lo scudetto e con molta difficoltà. Forse dovrebbe fare attenzione, Proli. La LNP non c’entra niente, sono stati i 16 club di serie A a decidere di andare a 18. A noi andava benissimo la A a 16 squadre, noi saremmo scesi comunque a 28, e scenderemo ancora, l’obiettivo è consolidare».

Ebbene. Gli scudetti sono 3, con 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe. Il tutto soffrendo, oltremodo è vero, ma devono essere i meri risultati sportivi a dirci se un dirigente possa, o meno, commentare il movimento di cui è parte? Nella sua «serialità» dirigenziale, Pietro Basciano è stato anche parte della retrocessione Virtus Bologna, eppure questo non lo ha fortunatamente privato della presidenza di Lnp.

Forse conterebbero più altri fattori nel giudizio di merito, e allora viene da chiedersi cosa abbia fatto il marchio «Armani» per questo sport, rivitalizzando una piazza moribonda come Milano, ottenendo una licenza EuroLeague (a differenza di Francia e Germania, ad esempio), rispettando e facendo parte del movimento senza richieste di parte, essendo traino per il solo nome che porta.

Livio Proli è stato volto e veicolo del tutto. Con tutti i suoi errori, che ci sono stati, e magari ci saranno anche in futuro. Verrebbe da dire «giù le mani dall’Olimpia», ma passeremmo per tifosi.

Diciamo allora che la critica resti viva, che siano i tifosi ad esprimere, a criticare, a confrontarsi con questa gestione. Dirigenti di questo livello, invece, dovrebbero occuparsi d’altro, non di battute da bar.

NB. Questo articolo non ha alcun intento denigratorio nei confronti della trasmissione Sport Club in onda su éTV in cui Pietro Basciano era ospite, e da cui le parole di Pietro Basciano sono estratte. Pieno rispetto per il lavoro di colleghi che danno vita a trasmissioni interessanti sul nostro movimento, e che esprimono in libertà le loro opinioni. Anche pepate e ironiche.

3 thoughts on “Lo stupore per le parole di Basciano. Verrebbe da dire “giù le mani dall’Olimpia”, ma forse la politica dovrebbe fare solo il “lavoro sporco”

  1. Forse ce l’aveva con i ghostwriters di Proli più che con Proli…

  2. Poveretto.
    Chissà se gli piacerebbe di più vincere lo scudetto o gestire 25 milioni.

    (palmasco)

  3. Benvengano le critiche, se costruttive. Ognuno pero’ faccia la sua parte, rimboccandosi le mani. Un basket senza Olimpia (questa Olimpia) sarebbe un movimento in difficolta’ e con poca visibilita’, pur con il massimo rispetto per tutte le altre societa’.
    Tutti intorno ad un tavolo con serieta’, dunque, e senza isterismi o ripicche personali perche’ c’e’ tanto da lavorare.

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