Un dominio che pare dichiarazione di intenti, e l’Olimpia è più pronta in difesa che in attacco

Facile doveva essere e facile è stato: Milano oggi non ha e non può avere rivali entro i confini. Torino prova a restare in partita fino in fondo, piazza perfino un 12-0 che parrebbe riaprire i giochi, ma quando si ristabiliscono le gerarchie in casa biancorossa, la sentenza arriva senza appello. Vince il più forte e lo fa da favoritissimo, cosa mai facile e da tenere in considerazione dando i giusti meriti a chi ha sollevato il trofeo.

E’ un dominio che appare come una dichiarazione di intenti: chi vuole si faccia sotto, ma sotto rischia di andarci, e pesantemente, contro questa Olimpia.

Proviamo a separare gli abituali 5 punti, non solo nell’ottica di questa gara ma in quella della dimensione europea che è il vero obiettivo della società.

  • Nella gara di sabato, 34 tiri da due (co 41,2%) e 33 da tre (col 42,4%). Nel primo quarto contro Torino 7 tiri da due e 9 da tre, di cui qualcuno decisamente fuori da ogni costruzione e logica. Il 21-20 Fiat ha un chiaro perché, insieme alle difficoltà contro il “pick ad roll”, già in alcune occasioni problematico contro Brescia. Avere i tiratori dall’arco è un grande vantaggio, abusarne senza alternative è doloso. Al termine della finale sono 34 tiri da oltre l’arco: è chiaro sia una tendenza precisa, perfino corretta in presenza di tali frombolieri, tuttavia è fondamentale che non diventa “la” via per eccellenza. In Italia basta ed avanza, in Eurolega mai e poi mai.
  • Dal 57-39, due brutti possessi difensivi ed arriva il timeout immediato. E’ l’unico modo di tenere l’asticella a livello alto, in un contesto senza competizione possibile, almeno oggi. Sarà un tema fondamentale nella crescita della squadra, perché obiettivamente l’Italia propone ben poco in termini di avversari. E sarà altrettanto importante il coinvolgimento di tutto il roster in questa operazione, gestendo i minutagggi di giocatori come Micov o delle stesse due guardie titolari, gente senza la quale la squadra si blocca immediatamente.
  • La squadra milanese è decisamente più pronta in difesa che in attacco, dove ovviamente i meccanismi vanno oliati ancora. Dietro è apprezzabilissima la voglia, soprattutto individuale, di non farsi battere facilmente in 1vs1, nonché la dedizione nello stare coi taglianti. Da lì si parte se si vuole andare lontano. davanti non è cambiato molto rispetto allo scorso anno, o meglio, ciò che è cambiato è semplicemente perché sono di ben superiore caratura i protagonisti. Qualcosa di diverso ci sarà certamente, i tentativi si vedono (gioco “Bamberg” o “Spain” con scontro frontale bloccante/bloccato…) e sono assolutamente imprescindibili perché, a costo di ripetersi, di solo “p&r” si vive in Italia e si muore in Europa.
  • Arturas Gudaitis è il mio MVP, senza alcun dubbio: Dominante, capace di procurarsi canestri in ogni modo, presenza inquietante per gli avversari, pare avere qualcosa in più in termini di muscolatura ed esplosività, cosa che testimonierebbe un ottimo lavoro estivo. Numeri a parte, è proprio l’impatto sulla gara che fa la differenza, sui due lati del campo. Alcune conclusioni con gancetti anni ’80/’90, quelli in cui i centri sapevano giocare, fanno pensare ad un’evoluzione tecnica che richiederà un suo sempre maggiore coinvolgimento, non solo sulle “rollate”.
  • Due note tecniche. Chi gioca 4, sia Brooks o Kuzminskas, è troppo trascurato dai giochi biancorossi. Da questo punto di vista pare cambiato ancora troppo poco ed il tritacarne in quel ruolo sembra essere al lavoro. Non si può limitare l’impatto di questi due atleti a singole giocate molto individuali, sarebbe spreco ingiustificato. Devastanti Nedovic e James, al netto di alcune forzature del secondo. Il primo è già leader nei fatti, ma di dubbi ce n’erano pochi. Quando esce uno dei due, il livello di pericolosità scade moltissimo (CInciarini -3 di plus/minus, unico negativo col -1 di Burns). Le caratteristiche dei due sono uniche e dovrà gestire il tutto al meglio  Pianigiani, per mantenere alta la pressione sulle difese.

 

4 thoughts on “Un dominio che pare dichiarazione di intenti, e l’Olimpia è più pronta in difesa che in attacco

  1. Per prima cosa camplimenti all’Olimpia per la vittoria: vincere fa sempre bene! E complimenti a Torino che se avra’ la costanza di crescere sotto la guida del suo coach-guru su togliera’ certamente qualche soddisfazione.
    Concordo che la difesa e’ gia’ di buon livello, anche solo come approccio dei singoli. Merito anche della giusta “mentalita’” portata da Nedovic e James. Leader in attacco ma anche dietro.
    L’Europa e’ un’altra cosa. Prezioso sara’ il lavoro del coach che deve necessariamente coinvolgere TUTTI, dando spazio in lba a chi non e’ di livello europeo (Cincia, ADV, Burns e Fontecchio) e riposo a chi in Europa ci deve fare decollare. Questa e’ la sfida. Buona stagione a tutti.

  2. Bella vittoria, bel trofeo.
    Siamo forti, fortissimi in Italia, ma vincere non è mai scontato.
    Piace soprattutto che quando ha deciso di giocare davvero, la squadra si prende vantaggi importanti e spesso decisivi.

    La mia considerazione per il futuro è sui cambi.
    A che serve portarsi Bertans, se non lo fai giocare?
    E soprattutto, sempre sullo stesso tema: Burns non è un sostituto adatto al ruolo di 5. Portati Tarczewski, che fa una coppia splendida con Gudaitis, Burns lo fai giocare da 4, dove non soffre il tritacarne dei 4 nelle squadre di Pianigiani, e Kuzminskas lo usi sempre da 3, e fai rifiatare Micov.
    Anche perché non ha senso portarsi Bertans e praticamente non farlo giocare, e poi accorgersi in corso d’opera che Burns non può reggere da 5, e quindi fare giocare Gudaitis anche troppo.
    Non c’è problema adesso, che siamo all’inizio e tutti freschi, ma continuare così in campionato, con Guda obbligato a entrare quando serve per vincere, non so e non credo.

    James non era in forma, o non appariva in forma?
    Certo non era lo stesso brillante delle prime uscite, ma è consolante che anche in un momento di flessione non abbia perso la testa, e sia stato utile alla squadra.
    Che faccia qualche forzatura ormai lo sappiamo e lo accettiamo, fa parte del ruolo, più che del personaggio.
    Certo in difesa soffre i play molto più fisici di lui, Vitali, o quelli molto atletici e forti, Taylor.
    E in Europa di alti e fisici ce ne sono parecchi.

    Per Fontecchio farei lo stesso discorso di Abass in campo con Brescia.
    Sì, sanno fare delle cosette carine, hanno un fisico bestiale, ma alla fine il loro contributo si riduce a poca cosa. Purtroppo.

    Della Valle, lo ripeto, non riesce a tirare bene a questa velocità di gioco. Per dire meglio: quando giochi nel sistema e hai pochissimo tempo per tirare, non sembra ancora aver trovato la tara.
    Perché tirare ha sempre tirato bene, ma qui non pare. Non ancora, almeno.

    Brooks mi piace un casino, è un altro che non soffre il tritacarne dei 4 di Pianigiani, perché fa il suo alla grande.
    Certo Pianigiani dovrebbe pensare meglio, e correggere, il suo tritacarne. Che senso ha bruciare gente di questo valore? (Burns, Brooks, e soprattutto Kuzminskas)

    Infine: almeno uno dei magnifici tre, Nedovic, James, Micov, dev’essere sempre in campo, è ormai molto evidente, e un po’ dispiace.
    Non solo e non tanto per il gioco e per i punti, ma perché questi tre hanno, e trasmettono, quello che una volta si chiamava lo spirito Olimpia e per il quale eravamo famosi dalla squadra di Rubini in poi!
    Con quella voglia, spero che faremo bene anche in Europa.

  3. (palmasco, qui sopra. Non so perché a volte non mi prende la firma)

  4. Credo che Tarcewsky e Gudaitis insieme li vedremo poco, in campionato peche’ c’e’ un limite per gli stranieri. Dunque se in panca vanno due centri si deve tinunciare a una guardia (e non mi semra il caso).
    Relativamente al ruolo di quattro penso che Burns riuscira’, con il tempo, a ritagliarsi il giusto spazio e dara’ alla squadra il suo importante contributo di energia, ribalzi e difesa, almeno in lba. Brooks e’ prezioso ma mi piacerebbe fosse coinvolto di piu’ in attacco, come Kuz. Con quel po-po’ di esterni che abbiamo non sara’ facile vedere la palla dentro, se non nel p&r ma il coach deve provare a coinvolgere anche i 4 per evitare che si “affloscino”. Bisogna lavorarci sopra, ma il tempo c’e’.
    ADV e’ uno che puo’ e deve dare di piu’ a questo livello. Col tempo, entrando nei meccanismi del gioco, ci riuscura’ e chissa’ che non diventi una pedina un po’ utile anche in eurolega.
    Ciao

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