Trento è nervosa, Milano non ha ancora fatto nulla, e poi Sutton, Goudelock e Pianigiani

E allora si torna in campo, gara-3 al PalaTrento dalle ore 20.45 per l’Olimpia Milano che tenta l’affondo finale (o quasi). Missione mai riuscita negli ultimi due scudetti, con la squadra biancorossa sconfitta in gara-3 e gara-4 con Siena come con Reggio Emilia.

Quello che conta è l’approdo più che il percorso, e Trento vive giorni molto delicati dopo lo scioccante stop di Diego Flaccadori, che nella giornata di venerdì si  è dovuto arrendere ad una formazione benigna al lembo anteriore mitralico che dovrà essere asportata.

Tuttavia, di questi tempi è giusto trovare alcuni spunti fondamentali di questa serie.

– Trento è nervosa. Perché il forfait di Flaccadori ricorda quello di Sutton di un anno fa, e perchè in 80’ la squadra di Buscaglia ha lottato sì, ma concedendo 94 punti di media, un po’ troppi per chi in stagione viaggiava a 77.4, diventati 74.2 nella sola serie con Venezia. Giocando a «chi segna di più» diventa missione impossibile per l’Aquila, probabilmente anche nella singola gara;

– Gara-2 non deve illudere, perché l’Olimpia ha difeso ad intermittenza, viaggiato a 10/14 da 3 nei primi 18’ di gara, segnato la gara con un parziale di 35-11 in 10’ a cavallo tra secondo e terzo quarto. Sono fiammate figlie del talento, ed è un merito, che hanno certamente avuto impatto sull’avversario. Ma il 2-0, conquistato peraltro senza dannazione, non racconta alcun dominio nei suoi 80’. Quindi la lotta è solo agli inizi;

– Fattore Sutton. Due gare, 33’, 8 punti con 10 /21 al tiro (complessivo), 6.5 rimbalzi e un 7 di valutazione. Questa la media, che non racconta di un impatto forte sulla serie. Il PalaTrento sarà il suo «ring», al cospetto di un popolo che chiederà un extra-sforzo senza precedenti, rendendo quelle latitudini un reale inferno per la squadra di Pianigiani. Sarà quello il momento di mettersi i guantoni per l’Olimpia. La squadra sarà pronta?

– Fattore Goudelock. 16 punti di media nei playoff, 25.5 nella sola finale scudetto. A questo si aggiunge una certa propensione difensiva volta ad essere «parte di un tutto». C’è altro da dire? E il futuro del numero 0, ora, cambia totalmente;

– Simone Pianigiani.«Il post basso non è roba loro. Non è la loro zona di comfort e infatti non se ne lamentano». Poche palle ai centri? Questa è la risposta di Simone Pianigiani. Basta guardare qualche partita per farsi un’idea, e rendersi conto come questo sia tutto vero. A Milano servono giocatori in grado di creare dal p&r. Dare «palla dentro» e basta, non sarà mai nel DNA di questa squadra.

5 thoughts on “Trento è nervosa, Milano non ha ancora fatto nulla, e poi Sutton, Goudelock e Pianigiani

  1. Che i centri ricevessero pochi palloni perché privi di movimenti era cosa chiara e lampante a qualunque osservatore attento fin da ottobre, solo ora che lo ha detto Pianigiani in conferenza stampa se ne sta accorgendo mezzo mondo, bah…
    Su Goudelock, se la squadra è stata pensata con Nedovic per avere maggiore equilibrio in Eurolega l’anno prossimo, sarebbe un enorme errore cambiare idea adesso e tenerlo solo perché sta facendo i ventelli in LBA in faccia a Smith, Vitali e compagnia

  2. L’emozione della partita in diretta, l’incertezza che segna ogni partita, la tensione terribile dalla prima palla a due in poi; la speranza del tifoso, la paura del tifoso, la scaramanzia che ci attanaglia, infine la bellezza del basket giocato, nel quale ogni volta ogni risultato è possibile.
    Tutto questo ci porta a guardare le partite con grande intensità, ma spesso anche a giudicarle male, con poca lucidità, condizionati dall’emozione.
    Così a noi tifosi pare che Milano non abbia dominato come avremmo voluto, come avrebbe potuto, a noi pare di aver rischiato veramente, di essere stati sottoposti a rimonte invincibili e definitive.
    Qualche rimonta c’è stata, ma finora mai invincibile, né tantomeno definitiva.
    E noi abbiamo dominato per 70′ minuti su 80′.

    Ci sono i fatti, i dati, i numeri.
    Che dicono che su 8 quarti giocati finora in finale, ne abbiamo vinti 4, persi 2, 2 pareggiati.
    Abbiamo pareggiato gli ultimi 2 quarti di g2.
    Questo per me vuol dire che nella testa della squadra la partita è finita su quel secondo quarto favoloso, da 30 punti, contro 18 concessi, che in effetti poi ha deciso la partita. (E fare 30 punti in un quarto non è mai banale).
    Da lì in poi si sono messi a rispondere punto su punto.
    Massima efficienza col minimo sforzo possibile.
    È ovvio che per noi tifosi, che soffriamo per definizione, per passione, è sembrato che anche stavolta non ce la facessimo, non ce l’avremmo fatta: il testone di Repesa è tornato a tormentarci sugli spalti del Forum, coi suoi capelli rasi sul collo esageratamente corto 🙂

    E soffrire ha saputo la squadra nel primo quarto, dove siamo andati sotto anche pesantemente, ma che poi alla fine siamo rientrati a un -2 finale, mostrando al pubblico quello che il pubblico chiede a questa squadra da sempre: di saper soffrire.

    Uno dice: ma contro i mezzi limitati di Trento lo chiami soffrire?
    Certo, e bisogna mettersi d’accordo: o il basket è un gioco aperto ed emozionante, nel quale l’Italia può battere USA e andare in finale a vincere l’argento, e dove ogni squadra tignosa come Trento può inceppare le rotelle della fluidità degli attacchi avversari e vincere, quindi per vincere si sa soffrire, oppure la smettiamo con questa idea del soffrire.
    Perché allora squadre come la nostra, in Italia, possono solo perdere senza soffrire, che è appunto ciò di cui accusiamo Milano ogni volta che perde.

    E come lo hanno vinto quel primo quarto?
    Sorprendendoci.
    E come ci hanno sorpreso? Cavalcando la distrazione profonda di Kuzminskas con Silins, così come in g1 con Brescia, Brescia ha cavalcato con Moss un Goudelock che ancora non aveva veramente deciso di sbattersi anche in difesa.
    Ma da quella partita le cose sono molto cambiate.
    Quei soli 2 punticini di differenza che hanno chiuso il primo quarto di g2, con Trento al top del suo gioco lo dimostrano.
    Se g3 finisce punto a punto, e vincerà chi soffre meglio, com’è probabile che succeda, beh… noi siamo pronti.

    Poi nel basket può succedere sempre di tutto. Ma…

    p.s. Auguri di cuore (ops) a Diego Flaccadori, classe 1996, ovvero l’età esatta di mio figlio, per il suo intervento al cuore.
    Per quanto sembra che non sia un intervento difficile, auguri anche alla sua famiglia, che posso immaginare come si senta in questo momento.

  3. Nella “giustificazione” di Pianigiani c’è però un punto debole: che ai nostri lunghi non passano la palla nemmeno quando hanno dei mismatch madornali dopo i cambi difensivi.
    Ma magari intende che non hanno movimenti nemmeno quando hanno 20 cm di vantaggio sugli avversari, cosa che però renderebbe “curiosa” la decisione di firmarli a lungo…

  4. Lo si sapeva che i nostri lunghi non avessero molto gioco in post basso ma dare la palla dentro, ogni tanto, apre gli spazi per il gioco esterno, da noi tanto amato. E anche sul p&r qualche palla in piu’ gliela si puo’ dare.
    Milano non ha fatto niente…. Io dico che Milano ha fatto molto di piu’ dello scorso anno. Non solo e’ arrivata in finale con un cammino play off notevole ma e’ anche 2-0 con Trento in finale. Eravamo predestinati? Non piu’ degli scorsi anni. E oggi siamo qui. Non so quanti ci credessero veramente solo due mesetti fa! Io no. Tanto di cappelli dunque a staff e giocatori. Gli avversari in lba non sono all’altezza? Puo’ darsi. Ma questo non vuole dire che si vonca per forza. La Venezia dello scorso anno, per esempio, secondo me valeva meno di quella di questa stagione.
    Dobbiamo soffrire? Non e’ scritto da nessuna parte ma vedere una squadra che lotta e’ bello e non e’ affatto scontato. Insomma: se non vinceremo il titolo saro’ certamente deluso ma ricordero’ che Milano sino a quo ha fatto bene. E potrebbe quasi essere sufficiente.
    Godiamoci atmosfera ed emozioni, e anche un po’ del gioco duro di Trento: fa parte del basket anche questo. Uno sport meraviglioso.
    Mi associo agli auguri pet Diego: in bocca al lupo!

  5. brutta partita per entrambe le compagini quella di poco fa. errori di qua e di là e carambole che hanno baciato trento. se poi hogue mette anche tutti quei liberi e vlado butta via 5 o 6 bocce…
    così solo per dirne un paio.
    attendo con controllata trepidazione partita 4. forza olimpia.

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