Le pagelle di ROM – Micov annebbiato, Jerrells individuale, Gudaitis spettatore: Trento vince con il suo spartito

Goudelock 5 Parte con 2 falli e non entra mai in partita se non per una tripla da distanza siderale quando Milano cerca di rientrare. Non lascia il segno nel finale e chiude con 2/9 al tiro. Trento riesce a chiudergli ogni porta quando cerca «zingarate» in entrata.

Micov 5 5 palle perse che raccontano di una difficoltà globale a leggere la partita. 6 punti in 29’ con 2/9 al tiro.

Tarczewski 5 Parte forte, ma offensivamente non lascia più il segno con 6 punti e 3 rimbalzi alla sirena. Difensivamente tiene più botta di Gudaitis su Hogue.

Kuzminskas 5.5 Assente difensivamente è intermittente palla in mano. -13 di plus/minus, il più basso di squadra.

Cinciarini 5.5 La serie ancora non gli appartiene, e dopo tre gare il dato non è rassicurante. Con lui Milano prova a ragionare, ma il +1 di plus/minus non deve ingannare.

Bertans 6 Manca alcune conclusioni aperte dall’arco (2/5 alla fine), ma lascia il segno quando aggredisce il ferro. Alla fine 13 punti.

Jerrells 5 Assenza totale in regia, prova a fare da solo riuscendoci solo in alcune occasioni. Nel finale almeno tre scelte sbagliate che vanificano ogni sforzo.

Gudaitis 5 A Trento si deve lottare e lui non si presenta. 7 punti e 6 rimbalzi sì, ma contro il lituano Hogue banchetta.

Coach Pianigiani 5.5 Il piano partita di Trento è cosa nota ma lui procede come nulla fosse, confidando nello sfinimento avversario. Vedremo in gara-4.

6 thoughts on “Le pagelle di ROM – Micov annebbiato, Jerrells individuale, Gudaitis spettatore: Trento vince con il suo spartito

  1. non vedo grandi meriti di trento che stasera ha vinto solo grazie ad una inesistente milano. palle perse a nastro e giovanottoni imbambolati. un minimo di lucidità in più (oggi poca da parte di tutti) e la si portava a casa. in due giorni un cambio così radicale? letti scomodi negli hotels trentini? in 48 riusciranno a recuperare il fuso orario.
    buona pallalcesto e forza olimpia.

  2. Non ho visto il match ma un…”passo falso” ce lo si poteva anche aspettare. Sara’ pero’ fondamentale gara quattro: una sconfitta minerebbe tutte le certezze delle precedenti gare. Ho letto l’intervista al coach: davvero 30 liberi contro 10? Se e’ cosi’ forse gli arbitri sono stati un po’ piu’ permissivi con Trento, rispetto a gara uno e due.

    1. Sì, davvero. E il primo libero a metà 3o quarto.
      Ora, mi scoccia davvero fare certi discorsi, ma sono situazioni spiacevoli.
      Delle due l’una: o Milano era così molle da non cercare contatti, oppure effettivamente è stato dato un po’ di margine a Trento.
      In ogni caso c’è spazio per qualche recriminazione, secondo me. Mai visto gli arbitri applicare uniformemente il regolamento.

      Il Piangina ha sollevato marginalmente la cosa, secondo me a buon ragione, speriamo non diventi però una foglia di fico per giustificare altri problemi, come una scarsa lettura del piano di gioco di Trento.
      Oggi non credo che quelli di Trento saranno educande e quindi una contromossa sarebbe auspicabile.
      D’altronde per vincere bisogna essere superiori agli avversari.

  3. Quando il tuo unico schema e’ palla a licio e Goudelock o viceversa e che dio ce la mandi buona può succedere questo …
    Dopo 9 mesi o miracoli individuali o il nulla …
    A panchine invertite sarebbe stato un 4-0 con 20/25 di scarto ogni gara

  4. Un passaggio a vuoto brutto, ma non troppo preoccupante. Speriamo di poter dire: succede.
    Sicuramente noi abbiamo giocato male, anzi quasi non abbiamo giocato, soprattutto nei nostri uomini fondamentali, purtroppo.
    Ma perché? Cosa è successo?

    Nessuna delle spiegazioni che ho letto in giro mi convince, a cominciare dalle parole di Pianigiani.

    Cosa è successo?
    In campo che Sutton e Hogue abbiano fatto il loro gioco e inciso sulla partita, come sanno fare e finora non avevano fatto.
    Sutton variando parecchio le proprie soluzioni, tirando con successo da 2 e da 3, quindi aprendosi l’opportunità del ferro.
    Hogue piantando i piedi sotto il tabellone e prendendo tutto quello che c’era da prendere.
    Troppo spesso ho visto i nostri centri marcare Hogue, secondo un accoppiamento che sarebbe logico, centro/centro, ma che invece, secondo me, in questa specifica occasione, non lo è affatto.
    Anche perché nelle partite precedenti, e in almeno un’occasione in g3, Gudaitis e Tarczewski hanno dimostrato di far soffrire Sutton, e tenerlo con molta efficacia.
    Nelle altre due partite mi è capitato molto più spesso di ieri sera di vedere i nostri centri marcare Sutton, e il nostro 4 – che è sempre più alto di Hogue, marcarlo con una certa efficacia. Ieri sera questo è successo pochissimo, i risultati sono stati devastanti, a cominciare dal conto assurdo dei rimbalzi in generale, e in particolare di quelli loro in attacco, 17!
    Non esiste.
    Potrebbe essere stata una delle chiavi della partita, quella della marcatura invertita su Sutton, rispetto a g1 e g2.

    La seconda forse si ricava dalla somma dei difetti dei nostri, riscontrati in campo, ognuno molto tipico di ciascuno dei loro punti deboli.
    Jerrels che prova a contare, che crede di potere risolvere da solo, e, come avevo detto, se non è in giornata fa disastri – e blocca la squadra e la innervosisce.
    Micov che perde lucidità come se una fatina gli avesse fatto la macumba – 5 palle perse non mi stupirei se non le avesse mai fatte in carriera, e 0/4 da 2.
    Goudelock che a suon di botte non gli hanno permesso di entrare in partita, sfruttando la differenza fisica di Shields, e il permesso degli arbitri, prima ancora che ricevesse palla. Lui non ha saputo reagire con freddezza, davvero incazzato di non essere protetto, e in questo è stato il suo punto debole rivelato.
    Bertans che se fosse entrato subito in palla, per i tiri che gli hanno costruito all’inizio, quelle triple dall’angolo, avrebbe potuto dare un’impronta diversa. L’unico poi a rispettare la richiesta di Pianigiani a provare ad andare al ferro, ma ormai troppo tardi.
    Pascolo e Kuzminskas non pervenuti.
    Esemplare, per me, un contropiede mi pare di Shields, Kuzminskas gli corre accanto, poi quando superano la metà campo invece di continuare a corrergli accanto, alza le braccia ai compagni di pensarci loro, che i compagni invece, non potendo lasciare gli uomini che difendevano in campo aperto, fanno trovare a Shields la gran corsia della schiacciata.
    Pianigiani che non ha cambiato un Jerrels disastroso con un Cinciarini per quanto opaco.
    Mah.

    Come mai tutti insieme così male?
    La risposta è forse proprio nelle parole di Pianigiani a fine partita, ma non nel senso che le intende lui.
    Quel lamento sugli arbitri che hanno lasciato menare e nel primo tempo non ci hanno dato nemmeno un tiro libero.
    Perché invece, pur nella ovvia fisicità di una partita di finale, e a Trento, non è sembrato che il loro gioco fosse così intimidatorio.
    Ed è sembrato invece che i pochi liberi fossero figli dei tiri da fuori tentati in continuazione, invece di provare ad andare al ferro.

    Forse Pianigiani non era pronto, non ha capito la partita già prima di scendere in campo, e quando la squadra s’è resa conto che tutto quello che avevano preparato era immondizia, un po’ s’è demotivata, un po’ ha provato a reagire risolvendo personalmente. Che è sempre un errore.
    Se tutto ciò ha un qualche senso, lo sbaglio sarebbe venuto dalla testa, da Pianigiani – che guarda caso nelle dichiarazioni di fine partita cade in pieno nel soprannome cattivo che gli hanno dato in carriera, del “piangina”, ovvero forse il suo difetto principale, secondo chi non lo ama.

    Io penso che sia un ottimo allenatore.
    Se la colpa è davvero sua, in un certo senso è consolante, perché è uomo che ha grande conoscenza di basket, non è stupido, e potrà trovare una soluzione diversa.
    La squadra, ormai sono sicuro, lo seguirà.
    Sperem.

  5. Un minimo di coerenza ci vuole, sempre. Pianigiani negli ultimi venti giorni sembrava un eroe, oggi e’ un incapace. Non ho visto il match, quindo azzardo una mia ipotesi: a Trento si e’ giocato nel terreno consono e famigliare per i nostri avversari. Ovvero difesa forte, molto fisico, punteggio basso e tanta energia. Milano in queste condizioni ha faticato per tutta la stagione. Un passaggio a vuoto ci puo’ stare, soecie dopo una serie di gare notevoli. Milano ha i suoi limiti che le vittorie recenti non hanno certo cancellato, solo nascosto, ma questi play off hanno dimostrato che la squadra c’e’. Si puo’ dunque continuare a lottare.
    Certamente gara quattro sara’ fondamentale per il prosieguo della serie nella quale, giocando ogni due giorni, l’aspetto “energia” sara’ fondamentaleieri sono andati male tutti insieme? Ci stava perdere. Vedremo ora se nelle prossime gare troveremo almeno uno o due giocatori che renderanno al massimo, ridandoci quella superiorita’ tecnica che ci compete.

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