Essere Mindaugas Kuzminskas, e chiedersi: ma sono un’ala grande?

Essere Mindaugas Kuzminskas, di questi tempi, non è troppo semplice. Perché la scelta stessa, non è stata semplice. Il classe 1989 di Vilnius, solo un anno fa, credeva di aver gettato basi più che solide in Nba, raggiungendo 15’ di media in 68 gare disputate con i New York Knicks. Ma dall’altra parte dell’Oceano le montagne sono alte, gli squarci improvvisi e inesorabili, e il lituano, inghiottito dal precipizio di una sola presenza, a novembre 2017 preparava armi e bagagli.

Lasciare gli Stati Uniti, quindi dire no allo Zalgiris Kaunas, che lo salutò nel 2013 da vestito ormai troppo stretto, riproponendosi nel 2018 come abito sartoriale, con nel taschino il fazzoletto dei playoff di EuroLeague. La risposta? «No grazie», sparata direttamente in faccia a Robert Javtokas, non propriamente l’ultimo della fila, perché Milano offriva di più certo (in casa Zalgiris, i più pagati sono Jasikevicius e Jankunas, per non più di 600.000 dollari a stagione), unitamente ad un contratto in scadenza 2019 con la fascinazione di un «Nba Escape» immediato, ma anche perché il progetto affascinava. E affascina.

Il risultato? Il presente racconta di una serata difficile con Valencia, con tanto di rimbrotto «pesante» da Andrea Cinciarini come da Simone Pianigiani, in un secondo quarto deleterio, fatto di giocate offensive pro-transizione avversa, e difese quanto meno molli. Il tabellino dice quindi 8 punti in 20’ con 3/8 al tiro e 9 di valutazione.

Dei pregi di Kuzminskas, abbiamo parlato in tempi che definiremmo «sospetti». In 12 gare di EuroLeague il lituano ha chiuso 8 volte in doppia cifra, in LBA 3 volte su 8, con i picchi dei 19 (e 9 rimbalzi) decisivi con Cremona, e dei 16 contro Sassari con 3/5 dall’arco. Tra campionato e coppa, il lituano prende 8.6 conclusioni a partita, aprendo potenzialmente il pitturato a favore delle percussioni centrali degli esterni (anche se Jordan Theodore, il più pericoloso in tal senso, è fermo dalle Final Eight di Coppa Italia).

Eppure, nel corso della trasferta di Kaunas, Mindaugas Kuzminskas ha alzato il vero e reale interrogativo: «Sono un 4?». Sia chiaro: nessuna polemica, da parte del giocatore, verso Simone Pianigiani. Il coach senese è stato anima del trasferimento, e lo stesso giocatore ha precisato una pacata dialettica con il tecnico, con la ferma volontà di proseguire nel percorso comune di esplorazione del ruolo di ala grande.

Ma Kuzminskas si sente un’ala piccola, e alcuni numeri lasciano perplessi, come i 4 rimbalzi a gara che diventano 2.4 in EuroLeague, sommati ad una fisicità complessiva (perchè comunque Kuzminskas è alto 205 centimetri), che desta perplessità sulla metà campo difensiva, quando gli avversari si chiamano Singleton, Shengelia, Oriola, Melli, Printezis e Randolph tanto per fare qualche nome.

Quale futuro per Kuzminskas dunque? Nessuna preclusione. Oggi come oggi il lituano è ancora un pesce fuor d’acqua per lunghi tratti, con lo scomodo ruolo di «isolatore d’emergenza», ovvero elemento cui dare il pallone quando l’attacco non ha alcuna idea e il cronometro si avvicina allo 0. Che è poi quel che di solito fa Jordan Theodore… e se il segreto di un Kuzminskas da “4” fosse proprio Jordan Theodore? Nell’eventualità di un “no”, nella prossima stagione, da ala piccola, Mindaugas Kuzminskas alzerebbe e non di poco la taglia del quintetto sugli esterni. Più di un difetto della stagione attuale.

Alessandro Luigi Maggi

5 thoughts on “Essere Mindaugas Kuzminskas, e chiedersi: ma sono un’ala grande?

  1. Non sono sicuro di aver capito bene. Hai forse detto che senza più Theodore in squadra, Kuzminskas sarebbe un 3 favoloso? Perché è la presenza di Theodore a rendere affollato il reparto in questo momento. E dovendo scegliere, mettere aggiungere un esterno di gran taglia e di gran classe. Per risolvere quello che quest’anno è stato più che un difetto? Hai detto questo? Sai che sarebbe una grandissima idea?! (palmasco)

    1. No. Ho detto che Kuz da 4 mi pare più una soluzione con Theodore. Altrimenti meglio da 3, alzando la taglia esterni

  2. I nostri “4” quest’anno: Kuz, non proprio di ruolo. Jefferson, mostratosi anonimo. M’baye: si autolimita da solo, dopo i primi 5-10 mi uti di gara. Pascolo: poco coinvolto, non pervenuto. Micov: a tratti, comunque fuori ruoli. Ho dimanticato qualche altro errore stagionale? 🙂

  3. @alek80 forse mi sono espresso male io. Ma ora che hai ripetuto, quello che dici sembra quello che avevo capito.

    Non ti pare? “Kuz da 4 (…) soluzione con Theodore. ALTRIMENTI meglio da 3”: non significa che senza JT Kuz potrebbe giocare da 3?
    Se ho sbagliato di nuovo mi scuso in anticipo.

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