L’Olimpia è solida e con qualche novità tecnica: discreta vittoria a Pistoia

Prestazione di sostanza quella di Milano al PalaCarrara: partita da vincere era e vittoria è stata, con diverse annotazioni positive, nonché la certezza di alcune solidità che in campo nazionale possono fare la differenza.

Assai condivisibile la presentazione della gara di coach Pianigiani: «Siamo ormai a gennaio e dobbiamo essere in grado di gestire queste gare nel modo giusto». Ed è accaduto proprio così, con una buona distribuzione dello sforzo, fatta eccezione per il mancato impiego di Abass, non esattamente comprensibile in un contesto di impegni come quello milanese.

  • La difesa di Milano, in Italia, è un fattore determinante e potenzialmente vincente. Non è la prima volta ed è la parte del gioco biancorosso in costante crescita, da inizio anno. Siccome il roster non presenta proprio delle “saracinesche”, è abbastanza evidente come il lavoro dello staff sia di ottima fattura, da questo punto di vista. E’ una difesa di squadra che sa coprire le falle individuali rendendosi blocco discretamente granitico, grazie ad una buona organizzazione. Chiaro che Pistoia non è l’Olympiacos, e non è nemmeno Avellino, ma il lavoro c’è: interessante vedere cosa accadrà con Venezia, che non è in un grande periodo ma ha tanti punti nelle mani, soprattutto dall’arco, dove Milano soffre di più (oltre che sul p&r centrale), come dimostra la vendemmiata di McGee. Nel mezzo, un CSKA da affrontare con mente libera e sola voglia di impresa.
  • L’attacco funziona a sprazzi e soffre ancora di momenti di buio totale, quasi sempre dovuti allo stazionamento della palla in zone del campo totalmente inoffensive. E’ quasi paradossale che il gioco paia più fluido davanti quando nelle mani di Cinciarini rispetto a Theodore: la ragione è il ritmo, quello che manca quando si perdono 9-10 secondi per iniziare qualcosa. A quel punto la difesa si è riposata per quasi metà possesso e le cose diventano complicate. Ma la prova di JT, diversamente da tantissime precedenti, è stata sicuramente più nell’ottica di far giocare la squadra piuttosto che mettersi in proprio: il beneficio è automatico. Se il play USA si convince ad essere uomo da 10-12 punti, determinanti, il futuro è più roseo.
  • Dairis Bertans è l’ago della bilancia nonché il termometro dell’efficacia Olimpia nella metà campo avversaria. I suoi tiri vanno costruiti e necessitano di un’organizzazione offensiva che ha visto le prime luci con la Stella Rossa. L’introduzione di entrate nei set offensivi diverse dallo stucchevole abuso del p&r visto per tre mesi, porta grandi benefici, anche, se non soprattutto, perché le difese devono affrontare soluzioni differenti, con sforzo ben superiore. Il taglio dal lato debole di Pascolo è il tutto. Che poi il lettone sia giocatore di assoluta categoria, è opinione personale scolpita nella roccia.
  • Mindaugas Kuzminskas è addizione di altissima qualità, sia come 4 che come 3. Le percentuali assai rivedibili sono catalogabili come semplice “ruggine”. La doppia dimensione, l’atletismo e la completezza di movimenti lo rendono molto complicato da affrontare: se poi l’impatto difensivo è già del livello di ieri sera, le cose si fanno interessanti. Con Dada Pascolo forma una coppia di assoluto livello, che si completa assai bene ed è in grado di dare una multidimensionalità importante. Ora ci sono da rincorrere Clyburn, Vorontsevich e Kurbanov, tra gli altri…, test interessantissimo.
  • Ok il CSKA, ma la gara con Venezia è di importanza assoluta. Una vittoria garantirebbe il primo o secondo posto (Avellino a Trento, gara non scontata sebbene gli irpini siano in grandissima forma) ed un quarto di finale di Coppa Italia potenzialmente più comodo, nonché la possibilità, in caso di primo posto, di scegliere di giocare il giovedì, che vuol dire 24h di riposo, in caso di vittoria, prima della semifinale. Una sconfitta aprirebbe una casistica impressionante di possibilità, tra le quali anche un inopinato quarto posto che vorrebbe dire, quasi sicuramente, sfida di apertura a Firenze contro Torino. Non esattamente il meglio… Oltretutto, una sconfitta, aprirebbe un inedito scenario in cui Milano avrebbe perso con 4 delle prime cinque avversarie di campionato (Avellino, Sassari, Torino e Venezia stessa). Ecco perché l’Eurolega oggi è un bel sogno, ma la realtà di Milano si chiama Coppa Italia e Campionato.
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