Perchè a Sassari non poteva giocare Kalnietis. Storia di una scelta, e di una conseguente coerenza

Presentarsi in undici uomini a Sassari può suscitare perplessità, soprattutto se poi il finale dice 90-69 per gli avversari, 47-33 nel secondo tempo. Perplessità che devono restare tali, non avendo tra le mani un esito definitivo (siamo a fine ottobre), ma nel marasma dei punti di vista, è logico entrare nel merito di quella che è una scelta, e che dunque non può venire meno al primo soffio di vento. Sempre che di soffio di vento, dopo il successo con il Barcellona, si sia trattato.

Proviamo dunque a creare un filo conduttore.

a) La convinzione di Pianigiani. Il coach senese, una volta preso in mano il calendario di EuroLeague in estate, ha subito constatato una possibilità, cerchiando in rosso la gara del 9 novembre con lo Zalgiris Kaunas. Se quella è la gara da vincere, quel che viene prima è tutta esperienza, anche da 0-5. A latere il campionato, che per Pianigiani ha motivi di sviluppo solo nei prossimi mesi: la sua Olimpia dovrà essere pronta per Final Eight e playoff. Punto.

b) Punti fermi. Il passo falso, italico come europeo, è dunque previsto e considerato, secondario rispetto alla costruzione di una squadra con dinamiche e gerarchie totalmente nuove. Per farlo Pianigiani sceglie la via delle “consegne”, che come tali devono essere “individuali” e “circostanziate”. Il punto di partenza è il campionato. 5 giocatori italiani devono essere, per regolamento, e con gare ogni tre giorni, la valenza è basilare, visto che rappresentano poco meno del 50% dell’organico disponibile la domenica. Una componente che dunque deve essere supportata, con uno spazio circoscritto ma preciso: il campionato appunto. Se Theodore e Goudelock devono essere i leader, ovvio che la tribuna tocchi a Kalnietis e Dragic (quest’ultimo fuori rosa per scelta), oltre a Tarczewski;

c) I numeri. La LBA concede 16 tesseramenti a stagione. Milano ne ha spesi 12, con il 13esimo che spetterà da fine dicembre a Patric Young: il lungo USA, dopo un lungo stop, visto il rapporto investimento-potenziale, non potrà essere mandato allo sbaraglio nella sola EuroLeague;

d) Epilogo. E arriviamo a Sassari. Non c’è Goudelock, e Pianigiani nella logica comune potrebbe rivolgersi a Mantas Kalnietis. Con due possibili conseguenze: lo smacco a Cinciarini, di fatto il migliore in campo contro Brindisi solo una settimana fa; il virtuale innalzamento a 14 tesseramenti stagionali (12+Young+Kalnietis) quando siamo solo ad ottobre.

Per un coach che ritiene l’Italia un albero che produrrà i suoi frutti solo dopo l’inverno, avrebbe avuto senso tutto questo? Più che concedere 21’, ad esempio, ad Awudu Abass?

Non si tratta di condividere, si tratta solo di capire una scelta, e la derivata coerenza.

Alessandro Luigi Maggi

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