L’Olimpia Milano è tornata ad Alessandro Gentile

di Alessandro Luigi Maggi

Con Alessandro Gentile si gioca meglio. Il tempo passa, le ferite si rimarginano, il ciclo degli eventi rende ridicolo ogni commento di ieri, promettendo magari medesimo destino futuro a quello dell’oggi.

Comunque sia, Alessandro Gentile, in una serata da crisi di nervi. L’Olimpia parte con un sontuoso 0-15 con Trento? Lui gioca 7′ nel primo quarto e chiude con 6 punti, 2 falli subiti e +3 di plus/minus. Nel secondo quarto il dato sale a 11 punti in 14′ con 3 falli subiti e 2 assist, per cedere poi il passo ad altri da elemento equilibratore, che porta infine a 17 punti, 7 falli subiti e +10 di plus/minus in 28′.

Dati importanti, per quello che è poco meno di un miracolo. Perché è giusto anche leggere nelle pieghe dell’infortunio patito alla mano contro Capo d’Orlando. Dovevano essere otto settimane di stop, ed era inizio aprile. Il nuovo ko di Andrea Cinciarini necessitava di una dovuta rotazione del roster (ad otto in gara-2 con Trento visti i 4′ di Cerella), ma le necessità non possono spiegare da sole un dimezzamento.

Di fatto l’Olimpia Milano ha protetto Gentile, per trasformarlo ancora una volta da Diavolo a Messia. Solo il silenzio, e la cancellazione di inutili post su Instagram, potevano permettere l’ennesima redenzione. Meglio andare lunghi con i tempi di recupero, perché il miracolo rende santo anche un peccatore. E i compagni hanno capito. Non c’è Milano senza Alessandro Gentile, non c’è scudetto senza Alessandro Gentile. Ma Alessandro Gentile deve comprendere che il talento rende campioni solo all’interno di un sistema.

Da qui, come detto, una notte da tregenda. Alessandro Gentile segna, poi il taglio al volto di Poeta al secondo incontro ravvicinato. La benda al pollice sporca di sangue, il capitano che rientra in panchina si tiene il volto per poi fare ritorno negli spogliatoi prima del tempo. Nella ripresa l’ematoma sul setto nasale è evidente, come pochi minuti dopo il nuovo rientro dolorante in panchina, pollice infortunato tra le mani. Il capitano è una furia, ma tutta positiva. A casa, col sorriso.

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